Aio
à-io
Significato Precettore, educatore
Etimologia dallo spagnolo ayo, di origine incerta, forse dall’ipotetica voce gotica hagia ‘custode’.
Parola pubblicata il 16 Gennaio 2019
à-io
Significato Precettore, educatore
Etimologia dallo spagnolo ayo, di origine incerta, forse dall’ipotetica voce gotica hagia ‘custode’.
Parola pubblicata il 16 Gennaio 2019
Se confrontandoci con una parola desueta mandiamo avanti il giudizio pragmatico del ‘Non la userò mai’, nonostante il giudizio sia assennato rischiamo di escludere dal nostro sguardo tanta parte di un orizzonte molto interessante: quando ammirando un panorama vediamo luoghi lontani non lo facciamo solo per escogitare una via per raggiungerli - piuttosto, ne godiamo mentre ci fanno intendere la meraviglia di un territorio.
A leggere i dizionari, qui non ci sono significati difficili, l’aio è il precettore. Il suo nome arriva in italiano nel Cinquecento dopo quattro secoli di uso in spagnolo, un uso del tutto analogo: la figura di una persona che, nelle case dei potenti, dei ricchi, si occupa della cura e dell’educazione dei bambini, dei giovani - e quindi, per estensione, il maestro del rampollo, della persona di alto destino. Si ricorda la grande influenza che ebbe il suo aio sul filosofo o sullo scrittore diventato celebre, ai piccoli non sfuggivano le dissimulate meschinità dell’aio, e con parole sagge l’aio accompagnava il giovane nel suo viaggio di studio. Una parola che avrebbe proprio l’odore dei palazzi antichi. Ma questo nome attraversa la nostra letteratura con caratteri che non si riducono a questo: ha anche la veste di un fattore, di un giardiniere, di un custode (custode come in quell’ipotetica ascendenza gotica che lo vorrebbe in principio un guardiano) - tant’è che in dizionari più antichi si trova descritto come un ‘maestro di casa’. In pratica, un factotum di spirito.
Oggi, e non da poco, l’educazione ha acquisito un impianto meno artigianale, nella teoria e nella pratica, e di figure del genere è difficile trovare traccia. Ma se ne può riconoscere il profilo, come si riconoscono nei tratti del discendente quelli dell’avo lontano, così da fare un’aia della professoressa che ci ha seguito con cura anche fuori da scuola (no, l’aia del cortile deriva dal latino area), un aio del potatore che ci ha insegnato in modo continuo e meticoloso qualcosa di importante sui ritmi della natura.
Insomma, l’aio è un istitutore, ma magari guardandone le mani si può notare che non sono solo mani avvezze a stringere una penna, e opera in casa perché rende casa il luogo in cui opera. Non la userò mai, ma ecco un bel concetto che prende il suo posto a sedere.