Alzaia

al-zà-ia

Significato Fune per trainare barche controcorrente per fiumi o canali; strada sull’argine o lungo il fiume da cui si rimorchiano le barche

Etimologia dal latino tardo helciarius ‘tirante’, da helcium ‘giogo per tirare’, prestito dal greco hélko ‘io tiro’.

  • «Andiamo a fare una passeggiata sull'alzaia?»

Il passato resta scritto negli spazi che abitiamo. Vie stranamente curve in centri storici medievali rivelano la precedente presenza di anfiteatri romani sulle cui fondazioni furono costruite case; i percorsi carrabili degli antichi baluardi militari si ritrovano boulevard alberati; e le strade lungofiume che servivano al traino dei natanti si popolano di persone che corrono, che vanno in bicicletta, che portano a spasso il cane.

La navigazione in fiumi o canali non era facile. Prima dell’invenzione delle barche a motore, ogni cosa che si muovesse su queste acque si poteva spostare solo o con la vela e la forza del vento, o coi remi e la forza delle braccia, o abbandonandosi alla corrente. Se si voleva risalire il corso di un canale con una bella chiatta dal ricco carico, era un bel problema; ma si ovviò con le alzaie.

Il suo nome non scaturisce dall’alzare, anche se ne è stato attratto, visto che le alzaie spesso trovano in posizione rialzata, sul colmo degli argini: è un nome che scaturisce da ciò che questi percorsi erano pensati per fare, e dallo strumento che veniva usato per farlo.
Nascono come viottoli percorribili da animali che, con una fune (la prima ad essere chiamata ‘alzaia’), trascinavano letteralmente i natanti lungo il canale. Così vento, ponti, passaggi stretti non erano più un problema: questi schiavi forti e placidi, col loro giogo, accompagnavano le barche con precisione e sicurezza dove dovevano arrivare. Il latino helcium significava proprio ‘giogo per tirare’ (è un prestito dal greco hélko ‘io tiro’), e in epoca tarda ne derivò helciarius, letteralmente ‘che tira’, e quindi ‘tirante’ nel senso di cavo, corda — alzaia.

Come s’immagina, quando alle barche furono aggiunti i motori le alzaie persero progressivamente di importanza. I motori permisero di viaggiare comodamente e rapidamente senza l’ingombro e l’alea di remi e vele, e senza doversi agganciare a qualche animale — che non era sempre un bue. In effetti, in epoche più recenti, furono usati allo scopo anche mezzi meccanici, ma nel dipinto L’alzaia, del pittore macchiaiolo Telemaco Signorini, si vede come sia un gruppo di braccianti a trascinare con pena una chiatta lungo un argine dell’Arno.

È sempre stupendo il modo in cui i luoghi mutano — specie quando da luoghi di bruta fatica si trasformano in luoghi ameni, come sa essere il fresco passaggio su un argine, esteso e calmo, discosto dalle vie trafficate, affacciato sullo scorrere dell’acqua.

Parola pubblicata il 06 Dicembre 2022