Atticciato

at-tic-cià-to

Significato Robusto e tozzo, tarchiato

Etimologia etimo incerto; forse da tecchio ‘pezzo di legno’, nella variante romagnola téč ‘grosso, grasso’.

Di parole che raccontano in maniera specifica la forma che è insieme corta e larga ne abbiamo molte — e le usiamo con frequenza e varietà. Nessuna si distingue per eleganza, ma è naturale parte del gioco. Possiamo pensare in particolare al tozzo, al tarchiato, al tracagnotto e naturalmente all’atticciato. E questa non è la sola che, secondo le conclusioni più recenti di linguisti di primo piano, riporta a un’immagine prima: il pezzo di legno.

Ora, il pezzo di legno non è più una presenza così ubiqua e domestica come nei secoli passati, ma nella forma del ciocco di legno riconosciamo senz’altro quella dell’atticciato. L’origine potrebbe essere ‘tecchio’, una parola che nei dizionari di italiano non si trova, e che invece vive una vita pirotecnica nei dialetti di praticamente tutta Italia, accogliendo a volta a volta tratti diversi di quel pezzo di legno che originariamente significa (anche tratti psicologici!), sempre piuttosto lontani dalla silfide. Grasso, satollo, duro, cafone, ciocco da camino, pezzo in genere e via dicendo: nascerebbe dal latino titulus, che era inizialmente il cartello, e che da un lato prende tutte le vie del titolo che riguardano posizione e contenuto testuale, dall’altro le vie del tecchio col pezzo di legno che materialmente lo supporta. La sua variante romagnola, téč, che ha il significato di grosso e grasso, è plausibile dia vita all’atticciato, che invece ha avuto e ha una risonanza nazionale.

Ora, l’atticciato è attestato da oltre seicento anni: anzi addirittura lo troviamo nel Decameron di Boccaccio come soprannome. Quindi, anche se non è una parola aggraziata né in ciò che descrive né nel suono, ha la nobiltà di un uso intramontabile, che affonda nelle nebbie che hanno generato la nostra lingua. E in effetti, per altro verso, è aggraziatissima nel descrivere corporature robuste, calzando e tornendo col suono a un tempo un essere sodo, corto e largo grazie a una filza di occlusioni che lo squadrano quasi con fatica.

Così diremo atticciato l’amico bassotto ma piazzato come pochi altri, atticciata la cagnolina slanciata come un fiasco da cinque litri, atticciato il frigorifero capace che entra sotto alle mensole. È una parola rassicurante, e continua una tradizione che non tante altre parole, specie così precise ed evocative, possono vantare.

Parola pubblicata il 27 Luglio 2020