Barabba

Parole semitiche

ba-ràb-ba

Significato Delinquente, mascalzone, malfattore

Etimologia dal nome di Barabba, personaggio che si incontra nei Vangeli durante il processo di Gesù, attraverso il latino Barabbas, il greco Barabbàs, dall’aramaico bar abbā (figlio del padre) o bar rabba (figlio del maestro).

  • «Non voglio averci a che fare, ha una spaventosa grinta da barabba.»

Nel vangelo di Marco 15, 6 si legge:

A ogni festa, egli [Ponzio Pilato] era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. Pilato rispose loro: ‘Volete che io rimetta in libertà per voi il Re dei Giudei?’. Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba.

Il seguito è arcinoto: al grido di ‘Crocifiggilo!’ la folla condanna a morte Gesù e lascia libero Barabba.

Barabba, chi era costui? Secondo Giovanni ‘un brigante’, secondo Luca uno che ‘era stato messo in prigione per rivolta e omicidio’. Un criminale, insomma, un malfattore, che compare in tutti e quattro i Vangeli canonici. Ed è così che la parola è diventata antonomasia, da nome proprio di personaggio più o meno storico, a nome comune che indica un mascalzone, un furfante della peggior specie, per cui è possibile parlare di quel barabba che con l’inganno ha truffato l’anziana vicina, dei barabba che maltrattano gli animali, della barabba che ci ha sottratto il portafogli alla stazione. Anche il suono contribuisce a rendere questa parola degna di un significato così: è pesante, ripetitiva, aperta eppure è come rivolta verso il basso, col reiterarsi del suono bilabiale che l’aggrava notevolmente.

L’etimologia di barabba offre un ventaglio di possibilità tra cui gli studiosi tergiversano. L’elemento primo è bar- che in aramaico significa figlio (la stessa parola, in ebraico, è ben, riscontrabile in termini come beniamino). Questo è pacifico e gli accademici sono tutti d’accordo. Il problema lo pone la seconda parte della parola, -abba, che potrebbe significare padre (‘abbà), ma c’è anche l’eventualità che essa stia per rabba, ovvero maestro. Barabba potrebbe dunque voler dire ‘figlio del padre’ o ‘figlio del maestro’. Sul personaggio evangelico, non si sa molto di più. Compare solo nella cronaca del processo, e nulla è scritto su chi fosse e che cosa abbia fatto successivamente.

Un’ultima cosa va detta a proposito dell’episodio evangelico della liberazione di Barabba e della condanna di Gesù: esso è stato il motivo cardine su cui si è basato l’antisemitismo che ha permeato la società cristiana per secoli. Soprattutto a causa del racconto di Matteo, in cui si legge: “E tutto il popolo rispose: ‘Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli.’”. Solo in tempi recenti i papi si sono espressi in merito alla cosa, di fatto sollevando il popolo ebraico da ogni accusa di deicidio imputata loro in passato. A quanto pare non è stato sufficiente ciò che ha detto Gesù morente sulla croce: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno.”

Parola pubblicata il 07 Aprile 2023

Parole semitiche - con Maria Costanza Boldrini

Parole arabe, parole ebraiche, giunte in italiano dalle vie del commercio, della convivenza e delle tradizioni religiose. Con Maria Costanza Boldrini, dottoressa in lingue, un venerdì su due esploreremo termini di ascendenza mediorientale, originari del ceppo semitico.