Permeare
per-me-à-re (io pèr-me-o)
Significato Attraversare un corpo e diffondervisi dentro, specie detto di liquidi, gas e simili; penetrare finemente, influenzare profondamente qualcosa
Etimologia voce dotta recuperata dal latino permeare ‘passare attraverso’, derivato di meare ‘passare’, col prefisso per-.
Parola pubblicata il 05 Marzo 2022
È la più comune fra le parole di una famiglia straordinariamente poetica: quella del verbo latino meare. Ma vedremo che anche le parole comuni possono essere straordinarie.
Meare, che deriva da una radice protoindoeuropea che descrive fra l’altro un procedere, un alternare e uno scambiare, in latino significa ‘passare’. Lo troviamo nel meato, che ci parla di uno stretto passaggio; lo troviamo nel ricercatissimo irremeabile, che ci parla di ciò che non può essere ripercorso; lo troviamo, struggente, nel commiato, che ci parla di un congedo per una partenza.
Il permeare è letteralmente un ‘passare attraverso’. Lo sappiamo bene: se la copertura non è impermeabile, l’acqua la attraversa. Però questo particolare attraversare, spesso, non è lineare, non è solo un passare diretto da parte a parte.
È un attraversare (di solito riferito a liquidi, gas e simili) che si diffonde capillarmente, addirittura vicino a un vero e proprio intridere. Però conserva una certa freschezza, una certa vitalità, perfino un certo scorrimento che lo distingue, per esempio, da un semplice impregnare o infradiciare — e inoltre il permeare non tende allo stantio.
Diremo normalmente che l’acqua permea il terreno, ma permea anche i nostri vestiti quando camminiamo nel fiume, la resina permea il legno di pino, mentre l’aria della stanza è permeata dal profumo dei gigli.
Usi del genere ci servono significati figurati su un piatto d’argento. Il permeare si fa idealmente il penetrare finemente, con un’influenza profonda: la nuova frontiera scientifica può permeare una parte della letteratura di un periodo, una cultura può permearne un’altra — come ha fatto la greca con la latina —, e una critica può essere permeata d’invidia o di ammirazione.
Quella che compie il permeare è una compenetrazione sottile, una pervasione da un lato impalpabile, dall’altro determinante.
Certo, ‘permeare’ resta una parola corrente; ma con la giusta considerazione vi si può sentire, dentro, l’implicazione di vitalità e forza di quell’antico meare — nel volto consueto si può trovare un profilo poetico e quasi altero.