Irremeabile
ir-re-me-à-bi-le
Significato Che non si può percorrere in senso inverso, da cui non si torna indietro
Etimologia voce dotta recuperata dal latino irremeabilis ‘da cui non si fa ritorno’, che con il prefisso in- nega remeabilis, derivato di remeare ‘ritornare’, a sua volta da meare ‘passare’, col prefisso re- che indica un ‘indietro’.
Parola pubblicata il 27 Gennaio 2021
In effetti non ci sono molte alternative al termine ‘irremeabile’. O si ricorre a eco da codice della strada parlando di ‘a senso unico’, o ci si paluda con un ‘senza ritorno’ dal sapore epico e vagamente minaccioso, o ci si butta nel didascalico e nell’ammonitorio presentando qualcosa da cui ‘non si torna indietro’. Sul versante figurato, invece, si deve ricorrere a opzioni più catastrofiste, come ‘irrimediabile’, o ‘irreparabile’. Quindi l’irremeabile sembra proprio imprescindibile. Ha solo un piccolo inconveniente: è un termine letterario che nessuno usa mai e che poche persone sanno capire. Be’, nessuno è perfetto.
Nell’irremeabile si può intravedere il meato, cioè il passaggio: fin dal latino irremeabilis, nega la possibilità del remeare, cioè del tornare indietro – letteralmente, passare indietro, quasi adombrando uno sforzo. Perciò l’irremeabile diventa ciò che non può essere percorso in senso inverso, e quindi da cui non si può ritornare. E perciò l’irrimediabile, l’irreversibile.
Ora, vista la caratura letteraria non la spenderemo per dire «L’entrata del supermercato è irremeabile – signori, l’uscita è di là». Serve un tono che, anche ironicamente, cerchi un livello poetico. Peraltro questa è un’altra di quelle parole di colore indefinito che Leopardi riteneva poeticissime.
Si può parlare di come il vasto parcheggio sotterraneo sembri un labirinto irremeabile, dell’irremeabile passione per la panificazione, di un’irremeabile dichiarazione d’amore, della scelta lavorativa irremeabile, dell’apertura irremeabile della nocciolata – ormai è fatta, a me il cucchiaio.
Poi naturalmente è una parola che si attaglia bene a morte e tempo – e si può parlare di una perdita irremeabile, o dello scorrere irremeabile delle stagioni che accatasta i ricordi delle estati passate. Ma sarebbe in generale davvero una parola versatile: come è più sfumata e delicata rispetto alle sue alternative! Non evoca l’immagine precisa di un ritorno, le basta l’allusione di un impossibile passaggio indietro; non strepita preoccupata e angosciata su rimedi, riparazioni, inversioni di tendenza – si rende conto, solamente, del passaggio chiuso.
Una parola di grande sentimento, di grande valore, ampia e impressionante. Però davvero tanto tanto ricercata.