Becchettare

bec-chet-tà-re (io bech-chét-to)

Significato Beccare con colpi leggeri e frequenti; bisticciare

Etimologia derivato di beccare.

Parole semplici, familiari, nascondono spesso tagli di poesia superiore. Se prendiamo una parola come ‘becchettare’, difficilmente ci balzeranno davanti agli occhi con evidenza, eppure la sappiamo usare intuitivamente sfruttandoli in maniera acuta.

‘Becchettare’ è un verbo deverbale, cioè un verbo che deriva da un verbo, che in questo caso è ‘beccare’. (Diamo un attimo per rialzarsi a chi non se lo aspettava ed è caduto dalla sedia per la sorpresa.) In modo non troppo dissimile a quello del ‘libretto’ che altera il ‘libro’ (e in effetti i linguisti discutono sull’omogeneità del fenomeno) questa derivazione da ‘beccare’ passa per il suffisso ‘-ett-are’ — che nasconde già qualcosa di strano. Infatti non ha un mero valore diminutivo, ma anche un profilo intensivo: tensioni diverse che ne fanno quasi un ossimoro, che calza in maniera molto sottile sulla realtà.

Già perché il becchettare descrive un dare colpi di becco leggeri ma intenti, frequenti, rapidi. È questo il senso con cui viene concepita e attestata in italiano, in epoca piuttosto tarda (siamo sotto l’Unità d’Italia). Così le galline becchettano i semi, i piccioni becchettano le briciole. Leggerezza dell’atto minuto, intensità della frequenza. Ma è un altro senso del becchettare ad avere il rilievo maggiore.

Posto che più o meno il gesto è simile, nella delicatezza come nella determinazione, il becchettarsi è anche — sempre riferito ai volatili — il colpirsi l’un l’altro con il becco in maniera piuttosto fitta. Nella ricchezza delle motivazioni di questo comportamento sta la ricchezza del suo riflesso sul comportamento umano. Infatti può essere segno di una certa ostilità, ma non è un segno semplice.

Noi, se diciamo che due persone stanno sempre a becchettarsi, intendiamo che bisticciano, che si provocano volentieri e spesso, che si incalzano con piccole contumelie e che mantengono un tenore di litigio fitto. Ma leggero. Si becchettano il compagno e la compagna di scuola, si becchettano i fratelli seduti a cena, si becchettano vecchi rivali consci del valore l’uno dell’altro: in genere il becchettarsi adombra, se non un corteggiamento (come di volatili che si becchettano), una certa complicità — che di rado è priva di attriti. Se l’ostilità è aperta e vigorosa non ci si becchetta, si fa di peggio. Il becchettare può avere l’ostilità dell’insofferenza, della provocazione, ma senza offesa che voglia abbattere.

Una buona misura di poesia popolare, che coglie un elemento naturale, lo distilla, lo calza sul comportamento umano — sulla nostra psicologia.

Parola pubblicata il 14 Dicembre 2019