Beghina

be-ghì-na

Significato Bigotta, donna che ostenta uno zelo religioso e una devozione formale

Etimologia dal francese béguine, forse derivato del medio inglese beggen ‘pregare’.

La beghina è una figura femminile; ma non tutti sanno che esiste anche il begardo, non proprio la sua esatta controparte maschile ma comunque affine (probabilmente il suo nome deriva dal medio neerlandese begaert).

Questi nomi originariamente descrivono gli appartenenti ad associazioni religiose sorte durante il XII secolo nel nord Europa, che assorbirono derelitti e derelitte di un tessuto sociale stracciato dalle guerre. Queste particolari associazioni non erano incluse nella gerarchia della Chiesa, e chi vi aderiva non prendeva i voti (se non quelli temporanei di castità e obbedienza) - anche se, pur senza una regola formale, conduceva una vita in pratica monastica.

Qui sta la radice dello sprezzo che ancora oggi comunica il termine ‘beghina’: agli occhi degli appartenenti agli ordini monastici e del popolo queste associazioni minori potevano prendere l’aspetto di zelanti parvenu, spesso in odor di eresia.

Da ricordare che, secondo ipotesi etimologiche più pittoresche, il loro nome sarebbe derivato da quello di Bartolomeo Begin di Tolosa, che donò il primo edificio in cui le beghine si stabilirono, o da quello del fondatore dell’associazione, Lamberto di Liegi detto ‘le bégue’ (il balbuziente).

Oggi la beghina (figura ancora assai rilevante nella nostra società) è la donna bigotta che fa della religione motivo di ostentazione sedula e formale - lontanissima da ogni forma di critica: l’assembramento di beghine burbere smorza l’allegria della cerimonia del matrimonio, l’amministratore pubblico conquista le beghine del paese lisciandole con formule di devozione.

Parola pubblicata il 26 Ottobre 2016