Breviario

bre-vià-rio

Significato Libro liturgico ad uso degli ecclesiastici che raggruppa inni, salmi, preghiere, etc; compendio, sommario; opera a cui si ricorre spesso, libro che si tiene sempre vicino e che non si lascia mai, anche figuratamente

Etimologia dal latino breviarium, ovvero ‘sommario’, derivato di brevis, cioè ‘breve’.

  • «Ha sempre delle massime che tira fuori dal suo breviario.»

Nel 1987 vide la luce un’opera magnifica dell’intellettuale croato Predrag Matvejević intitolata ‘Breviario mediterraneo’. È un testo difficile da inquadrare in un solo genere, perché potrebbe essere un saggio antropologico o storico, un portolano, un manuale di navigazione, perfino un romanzo filosofico o di formazione, il cui protagonista non si sa bene se sia chi scrive, chi legge, o il mar Mediterraneo. Eppure, il suo titolo è quanto mai schietto: si tratta di un breviario.

Questa parola deriva dal latino breviarium, cioè ‘sommario’. A sua volta viene dall’aggettivo brevis, dal significato ialino per gli italofoni: breve, corto, ma anche stretto. I breviari sono dunque dei compendi che riassumono, dei sommari, strumenti di catalogazione, raccolte di estratti.

Ed è con quest’ultima accezione che il termine viene usato nel significato più comune, quello di breviario liturgico, a partire dal Millecento: un libro ad uso degli ecclesiastici che contiene una collezione di salmi, preghiere, inni, letture e chi più ne ha più ne metta, buoni per ogni occasione e per ogni ora del giorno e della notte. Letteralmente, perché nei breviari, evoluzioni dei libri delle ore, vi erano tutte le varie preghiere della liturgia delle ore (cioè quella sequenza di preghiere da farsi nell’arco della giornata, tra cui segnaliamo, per dare degli esempi, le lodi del mattino, i vespri e la compieta). La Chiesa cattolica usava e usa il breviario romano, ma ogni confessione cristiana possiede di propri.

Gli uomini di chiesa, quindi, se ne portavano sempre uno appresso. E quest’abitudine ha fatto sì che la parola divenisse anche sinonimo per il libro dal quale non ci separiamo mai, quello a cui torniamo ogni tanto per ritrovare conforto e consiglio, l’opera a cui ricorriamo spesso, il manuale di vita a cui dobbiamo la nostra sanità mentale nei periodi più bui delle nostre esistenze, o anche solo quello che sa sempre trasportarci altrove e sollevarci dalle nostre ubbie.

Perciò ammiriamo i breviari miniati contenuti nelle teche a temperatura controllata e scarsamente illuminate (occhio! Niente flash!). Per la recita scolastica provvediamo al costume da don Abbondio per Gigino, con tonaca nera, papalina e breviario in miniatura. Ci accorgiamo che l’amica sta di nuovo attraversando un momento difficile perché è tornata a scartabellare con malinconia il suo libro feticcio, il breviario della sua vita. E in ultimo ordiniamo dal nostro libraio di fiducia il Breviario mediterraneo di Matvejević, pronti per un viaggio lungo le coste di questo mare, grazie alle sue parole evocative e alle immagini segrete disegnate con sapienza da questo autore.

Parola pubblicata il 20 Ottobre 2024