Cotanto

co-tàn-to

Significato Tanto, così grande, così numeroso

Etimologia dall’espressione ricostruita del latino parlato eccum tantum ‘ecco tanto’.

Il destino di questa parola è curioso: oggi ci sembra un fossile buono solo per l’ironia, eppure scorrendo i suoi significati riportati dai dizionari si può ammirare un brulichìo vivacissimo di modi diversi in cui poteva essere usato. Si ha l’impressione di passeggiare per le vie di un antico borgo ormai deserto.

Come aggettivo, il cotanto ci racconta il tanto, il così grande, il così numeroso: tra cotanti avventori non riusciamo nemmeno ad avvicinarci al bancone, leggiamo gli appunti del premio Nobel di cent’anni fa e restiamo strabiliati da cotanto ingegno, e col cuore che trabocca vorremmo essere in grado di esprimere a parole cotanta felicità.

Un uso polveroso, vero? E sdrucciolevole, non ci trova abituati. Ma potremmo aggiungere che come pronome indefinito ci si presentava ora come il così poco ora come il così tanto — ‘cotanta parte’ poteva essere piccola o grande. E poteva anche farsi avverbio prendendo il profilo del tanto, del talmente, perfino del così grandemente, quando si parlava degli effetti di cotanto amare, dei meriti che davanti a tutti ti eri guadagnato cotanto. E si potrebbe continuare parlando di come due cotanti fossero il doppio, o dell’uso in costruzioni come “tanto quanto sei furbo, cotanto sei infido” — insomma, questa varietà ricca è propria di una parola che ora è desueta ma è stata eccezionalmente viva. Leggere i significati vivaci e flessibili che il cotanto ha avuto dalla metà del Duecento fino al Novecento è straniante come leggere il diario in cui il trisavolo racconta decenni di avventure amorose: «Ma guarda che faceva…».

Oggi il cotanto lo usiamo praticamente solo per scherzare, e di solito per scherzare in maniera graffiante. Se parlando di Tizio dico che dopotutto è figlio di cotanto padre, se dico di non voler commentare il comportamento dell’ospite di cotanto prestigio, se davanti a un’argomentazione plaudo un senno cotanto, la ricercatezza intensa del termine, il suo registro aulico fanno pensare a chi mi ascolta o che sia eccezionalmente serio e affettato o piuttosto che stia ironizzando in maniera salata, perfino sarcastica.

Così vive oggi il cotanto, ed è un tramonto naturale, ma immalinconisce. Specie perché nel suo profilo possiamo leggere un antico e genuino ‘ecco tanto’, che non descrive una quantità: la presenta, quasi fosse arrivata nel discorso, nella situazione. C’era un po’ di teatro, nel cotanto — e c’è ancora oggi.

Parola pubblicata il 14 Ottobre 2019