Derelizione

de-re-li-zió-ne

Significato Condizione del derelitto; abbandono totale; rinuncia al diritto di proprietà su una cosa mobile mediante il suo abbandono

Etimologia voce dotta recuperata dal latino derelìctio, da derelictus propriamente participio passato di derelìnquere ‘abbandonare completamente’, derivato di relìnquere ‘abbandonare’, con de- rafforzativo.

  • «Avevano lasciato questo mucchio di libri accanto al cassonetto, la derelizione era evidente.»

Quella del derelitto è una qualità di degrado che ci fa pensare a un abbandono soprattutto morale. Certo il suo squallore ha spesso un radicamento materiale, in un letterale stato di abbandono e trascuratezza, ma la malinconia, la miseria, la desolazione del derelitto hanno una dimensione quasi spirituale.

La derelizione, può essere proprio la condizione del derelitto (già dal latino, derelictio è derivato di derelictus in latino), ma il più delle volte ha tutto un altro tono. Come vedremo è un tono tecnico, preciso, senza le ampiezze interiori del derelitto.

Ma beninteso, la derelizione è utile a significare l’abbandono completo e desolante, quello di quando si osserva un ente che versa in una triste derelizione, ormai l’ombra di quel che era, di quando si parla della derelizione di un edificio murato e morto da anni per sterili giochi di speculazione immobiliare. È un significato in cui si conserva grave, e si spinge in tutta la profondità morale, un significato doloroso — ma insieme resta distaccato, spassionato, come è tipico delle parole auliche.

In senso più corrente, per quanto appartenga al lessico specifico del diritto, la derelizione è invece la rinuncia alla proprietà di una cosa mobile mediante il suo abbandono.
Per quanto riguarda quei beni mobili la cui proprietà non sottostia a formalità particolari di registrazione, il diritto di proprietà assomiglia ai fili intrecciati di una situazione materiale e di una disposizione mentale. Una borraccia non cessa di essere mia proprietà se me la scordo al tavolo, l’anello che mi è stato regalato da una persona che ora detesto non cessa di essere di mia proprietà se continuo a tenerlo nel portagioie.

Serve uno strappo di entrambi i fili perché la derelizione si compia. Devo dirmi «È una bella borraccia ma non s’intona al mio colore degli occhi, la lascio qui, vado via e chi vuole se la prende». Devo prendere quell’anello e lasciarlo sulla panchina della pensilina dell’autobus.

Luoghi tipici e informali (anzi illegali, ma si sa che il diritto arranca nel pantano della realtà) per le derelizioni sono le prossimità dei cassonetti, che spesso fungono da bazar con offerte imperdibili — comodini solo appena sbilenchi, biciclette per bambini che furono fiammanti, lampadari della nonna.

Certo un significato dalla dimensione di abbandono più pratica e sbrigativa, con un senso anche psicologico e morale in virtù della volontà con cui è compiuto, e che però ha uno spazio d’uso più stretto e meno versatile, per quanto frequentato, rispetto a quello più spirituale.

Parola pubblicata il 27 Ottobre 2022