Diluire

di-lu-ì-re (io di-lu-ì-sco)

Significato Rendere meno concentrato un liquido aggiungendovi un altro liquido, sciogliere una sostanza solida in un liquido

Etimologia dal latino dilùere, ‘sbiadire, diluire, lavare’, derivato di lùere, ‘lavare’, col prefisso di separazione di(s)-.

Questo verbo, tanto liquido nel significato come nel suono, ci infila nelle orecchie uno sciacquio lento e placido di pennello che rimesta l’acqua nel boccale per diluire la pasta del colore sulla tavolozza e stenderla più agevolmente sulla tela. Che bell’immagine materica!

Nasce nella lingua latina, come composto del prefisso separativo e di(s) e del verbo luĕre, ‘lavare’. Questa combinazione di prefisso e verbo permette di carpire una sfumatura importante della parola: non si tratta di un lavare tout court, ma di un lavare separando, aggiungere un liquido per rendere più rarefatta una sostanza, meno denso qualcosa. Non ha il significato moscio e languido dello slavare (e quindi dello slavato). È tecnico, preciso, netto, perché è un verbo da indicazioni pratiche, che si può sentire a lezione di pittura, lo si legge in una ricetta, lo usa il nonno quando ci insegna a tinteggiare casa col rotolo e col pennello o la chimica alle prese con un esperimento in laboratorio. Diluire è un atto calcolato, di scienza.

Il punto etimologicamente interessante è che il verbo lùere quasi non esiste, da solo: il verbo làvere (di cui lavare, che ci è più familiare, è variante) ricorre, all’interno delle parole derivate, proprio nella veste di -lùere. Sono quindi più che parenti, di ascendenza indoeuropea, che così manifestano il loro significato nell’alluvione e nel diluvio (che peraltro è in effetti un simpatico, estremo derivato di ‘diluire’), nell’abluzione e nella colluvie.
Nel quadro di famiglia non rientra invece la parola lues, cioè ‘morbo, pestilenza’, madre di lue, ovvero ‘sifilide’. Questo nome del mal francese ha tutt’altra storia.

Diluire, quindi, lo troviamo nella nostra cassetta degli attrezzi, sta in laboratorio con becher e contagocce, spignatta in cucina tra fruste, cucchiai e misurini, si diverte nell’atelier, in mezzo a pigmenti e pennelli. Ma perché non usarlo anche in modo figurato? Sapere che attraversava un momento difficile ha diluito non poco la mia rabbia nei suoi confronti. Bello questo passaggio, ma è troppo denso di informazioni. Diluiscilo o resta poco fruibile. In commissione, per evitare noie, alcuni rappresentanti agguerriti hanno finito per diluire non poco i loro propositi più accesi.

Un coltellino svizzero, questo diluire.

Parola pubblicata il 27 Febbraio 2022