Elisabettiano

Parole semitiche

e-li-sa-bet-tià-no

Significato Che tipico è dell’epoca della regina Elisabetta I Tudor, che ha regnato in Inghilterra dal 1558 al 1603

Etimologia dal nome Elisabetta (Elizabeth in inglese), attraverso il latino tardo Elisabeth, il greco Eleisabet, dall’ebraico Elishebha, formato da due parti: ‘el che indica Dio e shaba’, legata al concetto di giuramento o anche al numero sette.

  • «Continuava a mordersi la fasciatura, gli abbiamo dovuto mettere il collare elisabettiano.»

Con il decesso di Elisabetta II Windsor, rimasta sul trono per ben settant’anni, è da considerarsi concluso un periodo che gli storici potranno legittimamente chiamare la seconda epoca elisabettiana. La prima, infatti, reputata un periodo d’oro della storia d’Albione, fu quella del regno di Elisabetta I Tudor, vissuta tra il 1533 e il 1603. Fu un tempo di stabilità economica e sociale e di sviluppo artistico notevole per l’Inghilterra. È proprio allora che, per fare un solo esempio, William Shakespeare visse, scrisse, recitò e lasciò ai posteri alcuni tra i massimi capolavori della letteratura universale.

La prima epoca elisabettiana, nei suoi costumi vestimentari, era caratterizzata da sfarzo e opulenza: abiti ricamati preziosamente, gravose stole di ermellino, perle e gioielli sofisticati, trucchi pesantissimi — anche funzionali a coprire la cicatrici del vaiolo, e di solito mortalmente tossici. Sì, era un tempo ricco e abbondante, sebbene gli usi e le regole sociali fossero sempre irrigidite dal secco rigore anglicano che Elisabetta s’era affrettata a ristabilire dopo la sanguinosa parentesi di restaurazione cattolica propugnata dalla sorellastra Maria.

Un simbolo su tutti svetta in questa galleria di oggetti preziosi con cui si bardavano gli elisabettiani, ed è la gorgiera, quell’accessorio vezzoso (e sicuramente scomodissimo) costituito da un bavero rigido, piegato in mille elaborate anse, sinonimo di status sociale e censo elevati. La possiamo ammirare nei ritratti di John Hawkins e Francis Drake, i cugini corsari, rispettivamente braccio destro e sinistro della sovrana in giro per i sette mari. Questa gorgiera è rimasta così impressa a noi, gente del XXI secolo, che quando facciamo sterilizzare il nostro cane o il nostro gatto domestici e dobbiamo impedir loro di leccarsi via i punti di sutura, gli appioppiamo proprio un nipotastro di quella gorgiera, in plastica, brutto e scomodo, chiamato appunto il collare elisabettiano.

Certo, Elisabetta è un nome classico, elegante, che non è mai passato di moda, anzi. Nel tempo ha dato vita anche ad una forma parallela, anch’essa da sempre in voga, Isabella (che alcuni vogliono erroneamente far derivare dal personaggio biblico Gezabele). Ma Elisabetta vanta ben più che due note regine nel suo pedigree: ha infatti ascendenza biblica e se nel secondo testamento c’è il famoso episodio della visitazione di Maria alla cugina Elisabetta, incinta del Battista, ritratto nei secoli dai migliori pennelli della storia dell’arte, anche il primo testamento contiene un personaggio con questo nome.

È Elisabetta moglie di Aronne, cognata di Mosé. Il suo nome è un teoforico formato da due parti: la prima, ‘el, significa Dio, mentre la seconda, shaba’, per gli studiosi si connette al concetto di giurare o al numero sette, anch’esso legato a formule di promessa. Il risultato potrebbe essere ‘Giuramento di Dio’, o anche ‘Dio è il mio giuramento’. Possiamo ben dire, nel caso delle due regine di Londra, che i loro giuramenti di portare la corona e il potere con costanza e dedizione sopra ogni cosa sono stati ben mantenuti!

Parola pubblicata il 13 Gennaio 2023

Parole semitiche - con Maria Costanza Boldrini

Parole arabe, parole ebraiche, giunte in italiano dalle vie del commercio, della convivenza e delle tradizioni religiose. Con Maria Costanza Boldrini, dottoressa in lingue, un venerdì su due esploreremo termini di ascendenza mediorientale, originari del ceppo semitico.