Esautorare
e-sau-to-rà-re
Significato Privare qualcuno dell’autorità o della competenza
Etimologia voce dotta recuperata dal latino exauctorare, che nel lessico militare valeva ‘congedare, privare dello stipendio’, derivato di auctorare ‘assoldare, ingaggiare’, da auctor nel senso di ‘venditore’, con prefisso ex- ‘via da’.
- «Il consiglio è stato esautorato. Adesso decido io.»
Parola pubblicata il 31 Agosto 2024
In questo verbo, così raffinato e potente, troviamo un piccolo cortocircuito che investe una parola davvero speciale, che in italiano ha una discendenza ampia e molto variegata, per non dire complessa e difficile da afferrare — anche se in molto casi si tratta di parole comunissime. Parliamo del latino auctor.
Ora, l’esautorare in italiano ha a che vedere con l’autorità, si direbbe — e non è falso. E l’autorità senz’altro scaturisce dall’auctor latino, per il tramite dell’auctoritas, che è ‘legittimità’ e ‘prestigio’. Ma il problema è che l’exauctorare, con l’auctoritas, non c’entrava.
Auctorare significava ‘ingaggiare, assoldare’. Dopotutto auctor poteva anche essere il venditore — secondo una progressione di significati che potremmo seguire come creatore – promotore – venditore. Quindi l’exauctorare, con un ex- che è un ‘via da’, e che spesso indica l’uscita da una carica (lo diciamo anche noi: l’ex presidente), è letteralmente un congedare, un licenziare, un togliere l’incarico.
Qui dobbiamo fare attenzione, perché camminiamo su un crinale. Non si esautora l’ultimo arrivato, o l’ultima ruota del carro. Si esautorano persone e istituzioni che hanno un potere saldo e legittimo. E però la privazione di autorità che subiscono assomiglia molto a un licenziamento. L’autorità qui non viene meno da sé, rispetto a una comunità, al modo in cui viene meno la credibilità di qualcuno — per falli, scandali, decadenze, tradimenti: viene meno come se subisse un congedo. L’esautorato è deposto, svuotato, destituito, i suoi servigi non sono più richiesti.
Nel colpo di Stato un gruppo di generali esautora governo e parlamento; l’amministratrice delegata è stata esautorata dall’incarico dopo i risultati tremendi dell’ultimo trimestre; la riforma finisce per esautorare un certo ordine professionale; e il professore viene esautorato per questioni politiche — o perché le teorie che continua a difendere strenuamente sono state sconfessate.
L’altezza della voce dotta recuperata dal latino, e l’assimilazione dell’esautorare a una dimensione di autorità, ne ha alzato il registro, rispetto ai suoi natali militari dell’antichità. Il contesto dell’ingaggio è cambiato. Verrebbe da dire che invece l’azione non è cambiata — ma c’è differenza fra esautorare un sottoposto nella gerarchia della legione ed esautorare un ministro. Il congedo di chi è in una posizione elevata, di autorità, ha una sfumatura tutta sua, ed è quella che l’esautorare apporta alla frase: formalità e conflitto, serietà e velatura diplomatica, pugno di ferro in guanto di velluto. Una vera meraviglia.