Escapismo

e-sca-pì-smo

Significato Tendenza a fuggire dalla realtà e dai suoi problemi

Etimologia dall’inglese escapism, derivato di to escape ‘fuggire’, dalla stessa radice di scappare, che è probabilmente dall’ipotetica forma latina excappare ‘togliere la cappa’, cioè levarsi il mantello per fuggire più agilmente, e lasciando all’inseguitore solo quello.

Di questi tempi si rivela una parola più che mai importante.

Va premesso che sotto questo termine si possono indicare tendenze sia blande sia parossistiche, sia fisiologiche sia patologiche. L’escapismo è l’inclinazione a estraniarsi dalla realtà, dalle responsabilità e dai problemi, o per noia o per disagio. Tale inclinazione trova sbocco negli alvei delle distrazioni, tante volte poco edificanti - passioni o hobby che possono sfociare in ossessioni anacoretiche.

Così dal gradevole escapismo della letteratura fantastica o delle serie televisive si può passare ai più intensi escapismi dei videogiochi che assorbono in una distrazione avvincente, al gioco di ruolo che diventa una risorsa escapistica per staccarsi da una quotidianità non amata, fino all’abuso di droghe - signore incontrastate e totalizzanti dell’escapismo.

Nell’escapismo c’è un grado di libertà: l’avvocato più acceso e competente di questa componente è stato senz’altro Tolkien, che proprio nell’infrazione delle routine quale momento di maturazione di ideali e sentimenti alti ha costruito e argomentato il suo mito. Ma una libertà che non abbia contatti con la realtà non è che un’altra prigione, lontana dalla padronanza di sé; e se oggi non ci sono più le fumerie d’oppio, sono venuti a esistere canali d’escapismo ugualmente efficaci e deleteri.

Insomma, se come diceva Aristotele la virtù è il mezzo fra due estremi, in qualche punto della gamma dell’escapismo c’è certo una virtù di leggerezza e libertà - distante tanto dallo sguardo fisso in terra quanto da quello fisso in cielo.

Parola pubblicata il 10 Maggio 2016