Ette

èt-te

Significato Niente, nulla; poco, nonnulla

Etimologia probabilmente dal latino et ‘e’.

Questa parola, attestata nel Seicento, è figlia di un tempo in cui il latino dirocciava continuamente nella valle della vita quotidiana, e quindi nel lessico famigliare. Non che la frequentazione assidua contibuisse a una diffusione corretta; più che altro contribuiva a storpiature pervasive, masticate e ripetute dalle bocche le cui relative orecchie, di latino, era facile intendessero poco.

Siamo davanti a una storpiatura particolare, che si chiama ‘epitesi’ (dal greco epìthesis ‘sovrapposizione, aggiunta’). Ora, l’epitesi è un fenomeno decisamente ampio e variegato, ma in generale diciamo che consiste nell’aggiunta di suoni a fine parola, suoni che con la parola stessa non c’entrano niente. In passato l’epitesi ha agito su un mucchio di parole, specie forme verbali, in cui non la riconosciamo nemmeno più: il latino esse diventa essere, l’antico amaro diventa amarono e via dicendo. In tempi più recenti l’epitesi imperversa comunque gioiosa, ma esiliata dalla lingua scritta e rigorosa: il sapore è popolare, famigliare. In particolare vi si ricorre per adattare termini latamente stranieri, dando loro una veste più canonicamente italiana: qui a Firenze si prende i’ busse per andare in centro, co’ i’ giornale c’è gratisse l’inserto, i celebri scoiattoli sono Cipp’ e Cioppe - ma (pare) dall’Alpe a Sicilia dovunque è epitesi. Anche in questi casi si può intuire che la frequenza del fenomeno è inversamente proporzionale alla dimestichezza con la lingua straniera.

L’ette è quindi il risultato dell’azione di un’epitesi su et, parola brevissima, che struttura significati senza contenerne, fondamentale come poche ma modestissima. Difatti ‘ette’ prende i significati di niente, nulla, come anche di poco, nonnulla. Con una paio di buone fette di pane faccio in modo di non lasciare un ette nella padella; “Dolce?” “Un ette, grazie” “Mah, Questa fetta sarà un etto e mezzo, lascio?”; quando sentiamo parlare la persona che ammiriamo di tutto cuore non ci facciamo sfuggire un ette; e l’amico ha una compulsione a pontificare anche sugli argomenti di cui non conosce un ette.

Una parola che in molti casi può risultare spiazzante, ma che soprattutto è schietta, ruspante, perfino dissacrante.

Parola pubblicata il 31 Maggio 2018