Faraonico

Parole semitiche

fa-ra-ò-ni-co

Significato Che è tipico o proprio dei faraoni, re dell’antico Egitto. Magnifico, monumentale, sfarzoso

Etimologia da faraone, attraverso il latino pharao e il greco pharaòn, derivato dall’ebraico par‘ōh, che a sua volta sembra provenire dall’egizio pr-‘eh col significato di ‘palazzo reale, casa grande’.

  • «È previsto che con quei fondi faranno un'opera faraonica.»

Una delle cose più sorprendenti di questa parola è che sì, ha a che fare anche con l’uccello, la faraona, componente della famiglia dei fasianidi. Ma ogni cosa a tempo debito. Iniziamo infatti dalla storia, dal popolo egizio, grande civiltà mediterranea sviluppatasi sulle sponde del fiume Nilo e che ci ha lasciato in eredità costruzioni colossali come le piramidi e i templi di Luxor e Karnak, oggetti preziosissimi come gioielli e maschere funerarie d’oro massiccio, sarcofagi decorati finemente e una quantità notevole di mummie.

La magnificenza degli edifici egizi è stato uno degli elementi più apprezzati nella storia, tanto che le piramidi, nella fattispecie quella di Cheope, a Giza, facevano regolarmente parte delle numerose liste composte nell’antichità sulle famose sette meraviglie del mondo. Ad oggi il mausoleo di Cheope è la sola meraviglia del mondo antico ancora in piedi, mentre tutte le altre, dal colosso di Rodi ai giardini pensili di Babilonia, sono andate perdute nei secoli.

Questo sfarzo architettonico, la mastodontica mole delle costruzioni egizie, ha fatto sì che un aggettivo come ‘faraonico’, dal significato di base molto semplice, ovvero ‘che è relativo ai o proprio dei faraoni, sovrani d’Egitto’, facesse anche un piccolo salto semantico, andando ad indicare proprio delle cose che, per grandiosità e maestosità potrebbero essere degne di un faraone. Quindi possiamo parlare della mummificazione faraonica, perché è effettivamente relativa ai sovrani egizi, dei resti faraonici trovati nelle tombe, ma al di fuori dell’ambito archeologico e storico questo aggettivo ci parlerà essenzialmente dell’eccezionale grandezza e sfarzo. Ecco allora che raccontiamo come l’attore di Hollywood avesse acquistato una faraonica villa a Malibu, mentre rimaniamo esterrefatti di fronte ai gioielli faraonici venduti all’asta (per prezzi altrettanto faraonici), e non possiamo non ammirare la villa faraonica che l’amico ha affittato per l’estate.

La cosa interessante è che l’elemento architettonico è già dentro la parola faraone. L’etimologia infatti ci presenta un percorso che passa attraverso il latino pharao e il greco pharaòn, ma con un’origine semitica, dall’ebraico par‘ōh (nella Bibbia troviamo menzionati numerosi faraoni e si può anche leggere questa parola usata come nome proprio, Faraone, nell’Esodo). La parola ebraica sembra discendere a sua volta dall’egizio pr-‘eh col significato di palazzo reale, casa grande. Insomma, il faraone è proprio faraonico!

Il povero fagianino che finisce, ahimè, in pentola, allora, che c’entra? Beh, oltre che come faraona, è noto anche con altri nomi: gallina di Faraone o anche gallina di Numidia. La Numidia era un antico regno berbero dell’Africa settentrionale, conquistato poi dai Romani. Essendo quindi la faraona originaria del nord Africa e l’onomastica popolare di precisione assai limitata, l’uccellino africano è stato battezzato ricordando l’antico regno berbero o, in maniera più diffusa, i sovrani dell’Egitto. Magro compenso!

Parola pubblicata il 05 Maggio 2023

Parole semitiche - con Maria Costanza Boldrini

Parole arabe, parole ebraiche, giunte in italiano dalle vie del commercio, della convivenza e delle tradizioni religiose. Con Maria Costanza Boldrini, dottoressa in lingue, un venerdì su due esploreremo termini di ascendenza mediorientale, originari del ceppo semitico.