Foga

fó-ga

Significato Slancio, ardore; forza d’urto

Etimologia dal latino fuga ‘fuga’.

  • «Avevo saltato la cena e mi sono gettato sul buffet della colazione con foga.»

Se affronto la sfida con foga, do l’impressione di essere ardito e impetuoso — allora com’è che ‘foga’ deriva da fuga, atto codardo per eccellenza? Qui abbiamo una vicenda sorprendente da seguire.

Fuga’ sappiamo bene che cosa significa: è il rapido allontanarsi da una situazione, da un luogo, da qualcuno o qualcosa. Lo era anche in latino, proseguendo un’antica radice indoeuropea. Ma la voce latina fuga non ha attraversato i secoli bui nella lingua orale con questo significato — viene recuperata solo nel Duecento come voce dotta, come prestito dal latino scritto. Durante quei secoli, di bocca in bocca, aveva preso un’altra strada.

La fuga latina è lo scappare, certo, ma se fotografiamo questo scappare senza coglierne la direzione, abbiamo solo un movimento rapido. Questo, nella fuga latina, è un significato secondario. Eppure è questo il significato che continua nella tarda antichità e nel medioevo, e nell’uso orale si trasforma leggermente, da fuga a foga. Quando emerge nell’italiano scritto, sempre nel Duecento, ecco che finiamo per trovare fianco a fianco fuga e foga, due allotropi, due varianti una dotta e l’altra popolare che vogliono quasi dire l’una il contrario dell’altra, in una strana enantiosemia.

Già perché il movimento veloce, la corsa della fuga latina continua nello slancio, nell’impeto della foga italiana. Diventa un ardore, perfino una furia che muove nell’agire, nel parlare, nel mostrare un sentimento.
Posso parlare di come non si notino particolari nella foga della passione, della foga con cui ci rispondiamo a vicenda insultandoci, della foga con cui studiamo un passaggio che ci esalta. E diventa anche una forza d’urto, come quando parliamo della foga del vento che quasi ci stende, della foga delle acque che strappano la terra.

Agli albori dell’italiano la foga è anche stata il lungo cammino, e la ripida salita — in una maniera non lontana dalla fuga prospettica, dallo scorcio di una fuga di colonne, dalla fuga di una guglia. Ma oggi la foga resta tutta sentimento bruciante, e questo lo apprezziamo anche nello sfogare, che stappa questo sentimento su molti livelli. Slancio più essenziale della passione, meno entrante dell’irruenza, più direzionato della concitazione, meno paludato della veemenza.

Una risorsa semplice, di cui possiamo apprezzare il filo raffinato, molato dalla poesia della lingua di popolo.

Parola pubblicata il 08 Agosto 2024