Foresta

fo-rè-sta

Significato Grande estensione di terreno coperta di alberi

Etimologia dal latino medievale (silvam) foreste(m) ‘bosco esterno’, derivato di foris ‘fuori’.

  • «Addentriamoci nella foresta.»

Ascoltando la parte di ‘fuori’ che c’è nella parola ‘foresta’, potrebbe tentarci la via di ricalcare l’antica divisione fra il dentro domestico del mondo umano e il fuori forastico del resto della natura — col limite dei campi, da oltre i quali, ricordiamo, arrivavano i forestieri, i pellegrini (che arrivavano giusto per gli agri, attraverso i campi). Ma la storia è più complessa.

In importanti testi legislativi scritti in latino medievale, come i capitolari di Carlo Magno, ma anche in fonti del potere longobardo, capita di imbattersi nelle foreste. Quando questi testi tirano in ballo la silvam forestem, alla lettera richiamano una ‘foresta di fuori’ — silva è il bosco, mentre l’attributo deriva da foris, ‘fuori’. E però non è un concetto generico.

Con questo nome s’individuavano delle foreste molto care al potere carolingio, la cui cura farà scuola in tutta Europa (in special modo in Inghilterra): le foreste del re.
Sono quelle il cui sfruttamento è appannaggio esclusivo del potere regale e dei suoi delegati, laici o chierici. Le foreste erano una risorsa economica importante, protette dalla caccia e dal disboscamento… perché potesse cacciarvi cervi facili e fare legna pregiata solo il re coi suoi amici. La foresta, insomma, era una riserva.

E foreste del genere diventano le foreste per eccellenza: non sono il solito coacervo indistinto di natura, il solito mucchio di alberi e bestie al limitare del villaggio, sono roba giuridicamente regolata, ben individuata, da cui devi tenerti alla larga — e sono una caterva, non pensiamo che i poteri di vertice si riservassero un boschetto qui e una macchia lì. Per dare una misura, si riporta che in un periodo in cui comunque il mondo era parecchio ma parecchio più boscoso di oggi, fra Millecento e Milleduecento un terzo dell’Inghilterra meridionale fosse foresta del re — da cui guai a rubare sei cervi vendendoli per denaro: le pene possono essere bizzarre e severissime.

E in effetti questo tratto la foresta lo conserva, se ci pensiamo. Non ha la familiarità del bosco (che è da una radice germanica ricostruita come bosk-), non è letteraria come la selva (dal silva latino che ricordavamo, senza confronti sicuri); peraltro le origini di queste due parole ci apparecchiano comunque estensioni più minute di quelle che colleghiamo alla foresta — sono macchie, sono boschetti, roba quasi domestica.
Il meglio, alla fine, se lo tiene il re, finché può. Ed è curioso scoprire come non sia un caso se la foresta spicca... per maestà.

Parola pubblicata il 19 Agosto 2025