Fortunale

for-tu-nà-le

Significato Tempesta, burrasca

Etimologia da fortuna.

  • «Stanotte c'è stato un fortunale, sulla costa.»

Quando si parla di ‘fortunale’ parliamo di bufere, burrasche, maltempo estremo; e però è evidente che si parli anche di ‘fortuna’. Ma perché se ne parli qui non è affatto lineare — anzi c’è qualche svolta labirintica.

Già forse sappiamo che fortuna in latino è una vox media, potremmo dire voce di mezzo, cioè quel famoso genere di parole che non hanno in sé un valore positivo o negativo, che invece andava desunto dal contesto. Per fare un esempio, se mi dici che sono un mostro quando mi vedi grattare il parmigiano sulla ribollita, so che non intendi farmi un complimento per la trovata — ma il latino monstrum era il prodigio, il fenomeno straordinario, tanto in senso buono quanto in senso atroce, adatto ai miracoli portentosi e alle creature abominevoli. Le voces mediae però tendono a non restare tali nei secoli: quando si cammina sulla fune abbastanza a lungo, si finisce inevitabilmente per cadere o di qua o di là — e quindi abbiamo specializzazioni positive e negative. Tutto chiaro e semplice, fino a qui. Ma su questa specializzazione intervengono ribaltamenti letteralmente superstiziosi.

Tornando alla fortuna, questa dapprima poteva indicare tanto la buona quanto la cattiva sorte (fortuna secunda o adversa). Ne è base fors, il caso, la sorte, che peraltro è anche padre nientemeno che del nostro forse. Però in italiano, continuando un mutamento già latino, la fortuna si è fatta sorte propizia — tranne che in casi specifici, da quelli che al modo antico danno personalità alla fortuna, come quando la immaginiamo volubile, fino all’apparentemente pleonastico augurio «buona fortuna!». Ma non solo. Infatti se col ditino scorriamo i significati del termine, ci troviamo anche quello di ‘tempesta’ — che continua univocamente nel ‘fortunale’. Per quale motivo la fortuna dovrebbe essere una tempesta?

Non è solo un processo di definizione di una connotazione di una vox media — peraltro come quella acquisita da tempestas, che indicava dapprima le condizioni atmosferiche (il tempo, diremmo) e poi ha acquisito il profilo che conosciamo. Siamo davanti a uno specifico eufemismo. Chiamare il maltempo col suo nome può portare male — più precisamente può indispettirlo, e peggiorare quindi la situazione. Quindi, specie in ambito marinaro, l’opzione per un termine che originariamente poteva anche considerare rivolgimenti negativi ma che si afferma come prospettiva favorevole è parsa ideale per indicare il tempo avverso in maniera estrema — la fortuna, il fortunale. Insomma, alla vox media è data una connotazione intendendo però quella contraria per conservare un profilo più basso e privo di offesa. In effetti, quando parliamo di ‘mezzi di fortuna’, parliamo proprio di questo, di mezzi reperibili nella burrasca — non sono mezzi che ‘vedi che coincidenza’ o ‘che cuccagna’.

Così oggi parliamo del fortunale che si è abbattuto sulla spiaggia spazzando via sdraio e ombrelloni, del fortunale che affonda perfino le barche in rada, o di come la nonna non si facesse distogliere dalle sue faccende in giardino nemmeno dal fortunale.

Una parola che ha una sua ricercatezza, estrema nel significato, e che in più riesce a darci questo formidabile spaccato di come è che un significato immediato possa essere frutto di una selezione, e aprire a ribaltamenti speculari, mossi da qualcosa che immagineremmo lontano da quella ricercatezza.

Parola pubblicata il 10 Agosto 2023