Imbrifero
im-brì-fe-ro
Significato Che porta, che raccoglie la pioggia
Etimologia voce dotta recuperata dal latino imbriferus ‘che porta pioggia’, composto da imber ‘pioggia’ e da un derivato di fero ‘portare’.
- «Giunse una stagione imbrifera.»
Parola pubblicata il 15 Luglio 2024
Non ci sono stati stravolgimenti tanto radicali da aver rotto la continuità: in effetti la lingua italiana si può intendere come prosecuzione del latino ai nostri tempi — si sa, le lingue cambiano. Ma è sempre sorprendente come nel nostro latino siano passate parole seconde mentre diverse fra le più comuni di quel lontano latino dei nonni e delle nonne si sono spente. ‘Magno’, da magnus, è un termine ormai dotto e fossilizzato, che ha ceduto a ‘grande’; ‘igne’, da ignis, è stato tentato ma senza successo, e ha ceduto a ‘fuoco’.
Fino al primo secolo dopo Cristo, per indicare la pioggia non si diceva pluvia, come sarebbe accaduto poi, dando vita alla nostra ‘pioggia’. La pioggia era imber.
In italiano non è passata, questa parola, ma ci arrivano almeno un paio di parole derivate.
La prima è popolare, l’embrice, tegola di terracotta a trapezio che si embrica con le altre tegole, si sovrappone alle altre permettendo all’acqua di scivolare lungo il tetto, ovviamente acqua piovana — ma in altri usi anche il coppo semi-cilindrico che copre le giunture fra tegole. La seconda è tecnica, di chiara origine dotta, recuperata dall’aggettivo latino imbrifer.
Alla lettera (semplice, quando si sa che imber, imbris al genitivo, significa ‘pioggia’, e si riconosce il secondo elemento come derivato di fero, ‘portare’) era ‘ciò che porta pioggia’. Ecco, l’imbrifero in italiano parte da qui e allarga il proprio bacino.
Posso parlare di come per piantare certi alberi sia meglio aspettare una stagione imbrifera — meglio farlo ad ottobre; posso parlare di come si attendano nubi imbrifere, cambiamenti imbriferi nel tempo. Il tono, si sente, è non meno che aulico. Ma questo aggettivo si declina anche in un ‘abbondante di pioggia’: torniamo alla nostra valle imbrifera, l’amica che viene da una regione imbrifera si sorprende dell’implacabilità del sole.
Soprattutto, però, l’imbriferi vive in una dimensione tecnica, come anticipavo. I bacini imbriferi sono bacini, delimitati da spartiacque montuosi, che portano la pioggia nel senso che la raccolgono, alimentando fiumi. Ad esempio i bacini imbriferi montani riferiti a fiumi specifici o aree intere sono individuati e disciplinati per legge, per una miglior tutela.
Così l’imbrifero, nell’atanor del gergo, volge un antico nome della pioggia nella regione che è fonte di fiumi, e a suo modo lo preserva, anche se la nostra gente negli ultimi millenni ha preferito chiamare ‘pioggia’ la pioggia.