Infrangibile
in-fran-gì-bi-le
Significato Che difficilmente si può rompere; che non può venir meno
Etimologia derivato di frangibile, con prefisso in- negativo.
Parola pubblicata il 01 Agosto 2019
in-fran-gì-bi-le
Significato Che difficilmente si può rompere; che non può venir meno
Etimologia derivato di frangibile, con prefisso in- negativo.
Parola pubblicata il 01 Agosto 2019
Un po’ di logica: se la caratteristica distintiva dell’oggetto infiammabile è che può essere facilmente infiammato, perché quella dell’infrangibile, invece, è che non può essere infranto? Qualcosa non torna. Qualcuno potrebbe pensare di essere davanti a un’enantiosemia, per cui l’infrangibile potrebbe essere sia ciò che può sia ciò che non può essere infranto. Invece no, siamo davanti a un fenomeno diverso, e perfino più curioso.
Il verbo latino frangere ha dato frutti ricchissimi all’italiano: il semplice avvicendamento di prefissi ci porta dal diffrangere all’infrangere, dall’affrangere al rifrangere. Ma saremmo in errore se pensassimo che quel prefisso ‘in-’ sia lo stesso che troviamo nell’infrangibile. Il prefisso dell’infrangere potremmo vederlo semplicemente come un rafforzativo (e molti così lo indicano), e avremmo quindi un rompere, uno spaccare particolarmente forte, ma è bello coglierne la sfumatura di un divenire (figlia dell’in- che porta dentro). L’infrangere, così come l’inaridire, come l’infiammare che rammentavamo all’inizio, come l’invecchiare, descrive un cambiamento di stato delle cose: nel nostro caso, da integre che erano ce le ritroviamo rotte, in frantumi (!). Così posso infrangere calici, onde, promesse.
Invece l’infrangibile prende le mosse dal frangibile (derivato trecentesco di frangere), che pacificamente descrive ciò che può essere infranto: ne ribalta la qualità con un prefisso negativo. Il fatto che questo prefisso sia sempre un ‘in-’ genera la curiosità: mutevoli sono i significati di un medesimo prefisso, che in effetti spesso non può nemmeno essere letto come ‘medesimo’. Sono dei sosia.
Senza doverci addentrare nella galassia degli oggetti infrangibili (di cui alla prima botta resta integro solo il manico che stringi nel pugno), abbiamo un aggettivo che ci permette di dare la qualità di una resistenza eccezionale agli accidenti che potrebbero spaccare qualcosa, con un’aura di stabilità inscalfibile, sfumata fino all’inviolabile, fino al sacro: la nostra è un’amicizia infrangibile (finché non giochiamo a Monopoli), la sua è una volontà infrangibile e nessun urto di fallimento la può incrinare, e giuriamo un patto infrangibile.
Un’ultima curiosità: le prime attestazioni dell’infrangibile sono quattrocentesche, ma solo nel Seicento entrò di moda: lo usò Galileo nel suo Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo (1630), e da allora impazzò come il geghegè.