Invincibile

in-vin-cì-bi-le

Significato Che non può essere sconfitto; che non può essere superato o frenato

Etimologia voce dotta recuperata dal latino tardo invincìbilis, derivato di vincìbilis ‘vincibile’, da vìncere ‘vincere, sopraffare’.

  • «La sua volontà di primeggiare è invincibile.»

Una parola madornale. Il suo carisma ha una dimensione di archetipo: di lotte è trapunto il mondo, e alcune forze — facile rilievo — non possono essere sconfitte.

Sentiamo meglio quanto la dica grossa se la confrontiamo con la collega ‘invitto’ — che è un ‘non vinto, non sconfitto’. Anche se si percepiscono vicine di significato, l’invitto (pur di registro più elevato) è calato nella concretezza empirica di una sconfitta che, eloquentemente, non c’è mai stata; l'invincibile invece esclude radicalmente la possibilità stessa della sconfitta, nientemeno.

Certo, di forze davvero invincibili ce ne sono meno di quante qualifichiamo come tali; ma quella dell’invincibilità è una moneta che spendiamo volentieri, anche declinando la sconfitta come impossibilità di un superamento o di un freno o di un cedimento.

Così posso parlare di una squadra che è assolutamente invincibile; del bisogno invincibile che ho di vederti; della mia invincibile determinazione a non mangiare dolci, tranne le cassate; del piede invincibile che ha preso una certa moda stramba.

Probabilmente ci sarà un’altra squadra che contesterà nei fatti l’invincibilità di quella; forse il bisogno di vederti può essere vinto leggendo qualcosa insieme al telefono, o vedendo qualcun altro; forse mi potrei piegare a un cannolo; e forse la moda potrebbe essere contrastata da altre, e certo è destinata a svaporare. Ma la categoria ci piace tremendamente. Drammatizza l’impossibilità di vincere una certa forza, e lo fa con immediatezza e semplicità.

Pensiamo a tutte le sfumature implicate dall’indomito o dall’indomabile, pensiamo all’achillesco invulnerabile, al didascalico insuperabile o insormontabile, o per contro all’incontenibile, all’insopprimibile, all’incontrollabile, e all’irrefrenabile: una carrellata di in- negativi che però si affannano a dirci quale sofisticata azione non ci è dato di fare — lontano dal lampo netto della vittoria.
Abbiamo anche altre alternative: non puoi puntare i piedi contro il trascinante, contro il rapinoso, contro il violento o meglio violentissimo, non puoi tentare o far recedere il tetragono. Però.

Parliamo spesso del valore che hanno le parole precise, capaci di cogliere le sfumature più sottili del concetto; ma anche le parole vaste, versatili e sospese, che arrivano in un battito di ciglia, che si agganciano a figure e atti primari, hanno un potere speciale. Evocare l’invincibile raccoglie tutto un tratto molto variegato dell’esperienza del mondo, e lo rende nel suo mistero che sgomenta, nella sua liliale esagerazione.

Pensiamo a che differenza faccia, parlare di una persona invincibile (e non indomabile, insuperabile, incontrollabile) o di un invincibile sentimento (e non irrefrenabile, trascinante, insopprimibile). È una parola pura.

Parola pubblicata il 25 Novembre 2025