Jingle
Le parole della musica
jin-gle (gìngol)
Significato Breve motivo musicale usato prevalentemente in ambito pubblicitario
Etimologia voce inglese, dal verbo to jingle ‘emettere un suono metallico’, d’origine onomatopeica (fine del XIV secolo), con riscontri in altre lingue germaniche: jengelen (olandese), klingeln (tedesco, dall’antico alto tedesco klingilon VIII secolo).
Parola pubblicata il 19 Dicembre 2021
Le parole della musica - con Antonella Nigro
La vena musicale percorre con forza l'italiano, in un modo non sempre semplice da capire: parole del lessico musicale che pensiamo quotidianamente, o che mostrano una speciale poesia. Una domenica su due, vediamo che cos'è la musica per la lingua nazionale
In inglese jingle è il lieve trillìo metallico dei campanellini attaccati alle briglie delle renne, o il suono prodotto dagli spiccioli che tintinnano in tasca, fuori dal portamonete, sciolti e leggeri. Il termine deriva dal verbo ‘to jingle’ che significa appunto tintinnare. In epoca moderna, per estensione, indica anche un motivetto pubblicitario o la breve sigla che introduce un programma trasmesso da un qualunque media: cinema, radio, tv, internet. Con questa accezione è stato importato anche da noi.
A tutti gli effetti, è una breve composizione musicale; normalmente ha un testo che permette di comunicare un messaggio commerciale, inducendo i possibili acquirenti a comprare quel prodotto. La formula testuale, incisiva e sintetica, combinata a un motivo anch’esso breve e riconoscibile, favorisce la memorizzazione del nome del prodotto reclamizzato. Il testo non è indispensabile; esistono infatti anche jingle solo strumentali.
Il messaggio pubblicitario può essere espresso o da una sola parola, oppure da uno o più versi che spesso fanno ricorso agli strumenti della poesia (rima, figure retoriche, ecc.). Per questo, nella maggior parte dei jingle, il nome dell’oggetto promosso coincide strategicamente con l’elemento più orecchiabile e trainante della melodia.
L’utilizzo della musica a supporto della pubblicità costituisce oggetto di studio. L’arte dei suoni ha infatti la capacità di comunicare sottilmente ciò che non può essere espresso a parole, di trasmettere emozioni e perfino di creare identità collettive.
Lo scampanellio è sempre stato associato all’annuncio di qualcosa o di qualcuno: per segnalare la ricreazione a scuola, per chiedere di entrare a casa, per presentare ufficialmente un personaggio di rango, oppure per richiamare qualcuno all’ordine durante un dibattimento giudiziario, o ancora per celebrare l’ostensione sacra, e così via. Il suono dei campanelli, eseguito da un glockenspiel, fu utilizzato anche da Mozart nel suo Flauto magico (Die Zauberflöte), come in Das klinget so herrlich. Fernando Sor compose delle splendide variazioni per chitarra su questo tema.
Il primo jingle mai trasmesso reclamizzava i cereali americani da colazione Wheaties (1929), mentre quello promosso a livello nazionale, sempre negli Stati Uniti, fu Pepsi-Cola Hits the Spot del 1940.
Altri marchi famosi hanno sfruttato molto abilmente le potenzialità del jingle, mescolando filantropia e profitti economici. Alcune musiche divennero canzoni di successo, travalicando ogni aspettativa, ma è avvenuto anche il contrario, ossia che musiche famose siano state impiegate come jingle, o addirittura che composizioni classiche abbiano conquistato notorietà solamente grazie al loro impiego in pubblicità. Oggi le cose stanno cambiando rapidamente anche in questo campo. Comunque, il jingle è ancora vivo ed efficace e aiuta a incrementare i consumi.
Ma non si può pronunciare jingle senza pensare bells. In realtà, però, Jingle bells non nacque come canzone natalizia. Nel 1857 uscì dalla penna di Lord James Pierpont, zio del finanziere americano J(ohn) P(ierpont) Morgan, con il titolo di The One Horse Open Sleigh, parole che si ritrovano nel ritornello della canzone.
E per tutta la comunità UPAG risuoni un festoso scampanellio. Auguri!