Megalopoli

me-ga-lò-po-li

Significato Agglomerato urbano enorme per dimensioni e popolazione

Etimologia composto dagli elementi greci megalo- ‘grande’ e -poli ‘città’.

Megalopoli è una cittadina greca nel cuore dell’Arcadia, centro boscoso del Peloponneso e luogo ameno per antonomasia. Il suo nucleo storico è antico e glorioso: fu fondata dal generale tebano Epaminonda nel IV secolo a.C., e mostra ancora meraviglie archeologiche di grazia suggestiva, fra cui il teatro più grande della Grecia. Oggi però il suo nome è usato per descrivere realtà urbane sproporzionate, bizzarri indomabili ircocervi composti da centri variegati che si allargano fino a suturarsi insieme, popolati nell’ordine delle decine di milioni di abitanti, coprendo aree grandi come regioni e Stati interi. Dove sta la continuità fra queste due immagini?

Si deve considerare che il significato di ‘megalopoli’ è quello di ‘grande città’. I Tebani la chiamarono così perché con la sua fondazione intesero creare un nuovo grande centro, una nuova capitale dell’Arcadia — deportando la popolazione necessaria da città e centri della zona.

Invece l’accezione urbanistica moderna del termine fu introdotta dal geografo novecentesco Jean Gottmann, che iniziò a studiare il fenomeno di questo tipo di gigantesche conurbazioni che uniscono realtà amministrative diverse osservando la megalopoli di Boston-Washington — anche se pare che il termine fosse già in uso, in inglese, nella prima metà dell’Ottocento, significando realtà urbane densamente popolate. Non sembrano esserci connessioni dirette con la Megalopoli dell’Arcadia: è un recupero moderno (quasi una reinvenzione) di un termine tutto sommato semplice.

Ma se da un lato ‘megalopoli’ è un termine tecnico, che parla di realtà estremamente complesse, dall’altro vive nel discorso comune con una sfumatura di giudizio semplice: la megalopoli non è solo una città estremamente grande e popolosa, è una città troppo grande e popolosa. Ad esempio, questo è un tratto che il termine ‘metropoli’ (‘città madre’) non ha, restando semplicemente la città grande e importante — anzi, addirittura promettente.

Non si può trascurare che in questo giudizio negativo pesa la sfumatura acquisita dall’elemento megalo-; in greco indica il grande in maniera neutra e spassionata, ma modernamente compone parole che difficilmente hanno qualcosa di desiderabile o rassicurante — dal megalomane alla galassia di termini medici che descrivono qualcosa che è patologicamente più grosso di quel che dovrebbe (e ai più dotti non sfugge che perfino il gatto nemico di Topo Gigio si chiama Megalo). Così se parliamo della megalopoli della Grande area di Tokio, con 38 milioni di abitanti in un territorio grande come la Campania, la sensazione che trasmettiamo è l’inquietudine di una realtà scomposta che ha perso la misura umana.

Parola pubblicata il 20 Febbraio 2021