Michelangiolesco

Parole semitiche

mi-che-lan-gio-lé-sco

Significato Che è relativo all’arte di Michelangelo Buonarroti; possente, maestoso, drammatico

Etimologia dal nome Michelangelo (in riferimento a Michelangelo Buonarroti), composto di Michele e Angelo. Il primo deriva dall’ebraico Mikha’el, nome teoforico col significato di: ‘Chi è come Dio?’; il secondo deriva dal greco ànghelos, ovvero ‘messaggero’.

  • «La sua è una figura di maestà nientemeno che michelangiolesca.»

I Michelangeli più famosi della storia dell’arte sono senza dubbio Michelangelo Buonarroti, scultore del celebre David, per far solo un esempio, e Michelangelo Merisi, autore della rivoluzionaria, sempre per citare un’opera, ‘Conversione di San Paolo’. Tuttavia solo al primo si riferisce l’aggettivo michelangiolesco, perché al secondo, essendo stato soprannominato Caravaggio per via del suo paese d’origine, è riservata la parola ‘caravaggesco’. Ad unirli, comunque, oltre all’arte fu anche un certo caratteraccio, che portò il primo ad essere conosciuto come gran taccagno, irascibile e rancoroso e il secondo ad essere addirittura ricercato per omicidio.

Mica niente, avere un aggettivo tutto per sé, che definisca in toto la propria arte, il proprio stile, la produzione di una vita… e quella di Michelangelo Buonarroti è stata lunga, lunghissima, di ben ottantanove anni. Un vero matusalemme per l’epoca (1475 – 1564). A ben guardare, però, Buonarroti, scultore, pittore, architetto e poeta, un aggettivo così tutto per lui se lo merita eccome. Sia sufficiente pensare al David michelangiolesco, all’Adamo michelangiolesco che appare nella Cappella Sistina, a ‘er cupolone’ michelangiolesco… In effetti, l’attributo di ‘michelangiolesco’ trascende Michelangelo, e si astrae nei significati di possente, maestoso, grandioso, e anche drammatico. Insomma, se diciamo che la fotografia del finale del film è michelangiolesca, che i bizzarri arredi del giardino sono michelangioleschi, che è michelangiolesco il personaggio di un romanzo o che conosciamo una persona michelangiolesca, comunichiamo questi caratteri d’imponenza fisica e morale indotti dall’opera di Michelangelo Buonarroti.

Il suo nome è un composto di Michele e Angelo ed è un tributo alla figura di San Michele Arcangelo, capo degli angeli e degli arcangeli, difensore della fede in Dio contro Lucifero, l’angelo caduto che viene scagliato negli Inferi dopo essersi separato dall’Altissimo. L’etimologia di Michele è affascinante: si tratta di un nome teoforico (cioè un nome proprio che contiene quello di un dio) che risulta in una domanda retorica in ebraico: mi (chi) kha (come) El (Dio)? Chi è come Dio? La risposta deve essere, ovviamente, ‘nessuno’. Per quanto riguarda invece il nome Angelo, la sua origine è greca, precisamente da ànghelos, ovvero ‘messaggero’. I due nomi, distinti, sono molto diffusi ancora oggi, ma il nome Michelangelo è più raro.

Per quanto riguarda l’arcangelo Michele, suoi attributi iconografici nell’arte cristiana sono sempre la spada, spesso fiammeggiante, l’armatura e uno scudo, su cui campeggia la frase latina ‘Quis ut Deus?’, un rimando al significato del nome. Tuttavia, per non confonderlo con un altro santo guerriero molto in voga nel Medioevo, cioè San Giorgio che sconfigge il drago, San Michele è sempre raffigurato con un bel paio di ali (ovvio, è un arcangelo!). Questa iconografia è profondamente ispirata alla descrizione di Michele nell’Apocalisse (12, 7), nella quale combatte contro il drago, precipitandolo a terra. Ma, nonostante ciò, il Buonarroti non ha incluso l’arcangelo guerriero nel grande affresco del Giudizio Universale nella Cappella Sistina. Come a dire, vien da pensare: di Michelangelo ci sono già io.

Parola pubblicata il 19 Maggio 2023

Parole semitiche - con Maria Costanza Boldrini

Parole arabe, parole ebraiche, giunte in italiano dalle vie del commercio, della convivenza e delle tradizioni religiose. Con Maria Costanza Boldrini, dottoressa in lingue, un venerdì su due esploreremo termini di ascendenza mediorientale, originari del ceppo semitico.