Nevralgico

ne-vràl-gi-co

Significato Relativo alla nevralgia; in polirematiche come ‘punto nevralgico’, luogo in cui il dolore è maggiore, ma anche fase, passaggio delicato, difficile, e impropriamente punto importante, di rilievo, ganglio, cuore

Etimologia composto degli elementi nevro-, adattato dal greco nêuron ‘nervo’, e -algìa, adattato dal greco álgos ‘dolore’.

  • «È il punto nevralgico dell'esperimento.»

Va bene, todo cambia e così va il mondo, ma certe parole cambiano non benissimo. Per carità, il tempo rende prestigiosa qualunque cosa, e quindi è nei fatti normale che un abuso linguistico, con una stagionatura di qualche secolo, si rifaccia la nomea di gran parola, fine e ricercata. Ma c’è un primo periodo in cui la svolta è almeno strana — e il termine ‘nevralgico’ ce lo testimonia in maniera particolarmente significativa.

Contempliamola bene, questa parola: ‘nevralgico'. Non servono uffici di profeta e sapiente per intendere che dovrebbe essere un termine medico per indicare ciò che è relativo alla nevralgia. Magari si può avere qualche incertezza su che cosa sia, la nevralgia — ma anche questo è parte di quel lessico medico pandemio che si divulga con le normali diffuse sofferenze umane: è un dolore locale di natura nervosa.

Possiamo precisare che non è un dolore fisiologico, causato da uno stimolo meccanico, chimico o termico che attiva un recettore del dolore, e che ha quindi uno scopo protettivo dell’organismo (la spina della rosa ci ferisce, sentiamo male, imprechiamo e spostiamo la mano). Qui siamo davanti a una neuropatia: per le più varie cause, un nervo si irrita e provoca dolore in maniera patologica, anche con crisi violente, senza che questo dolore ci comunichi quel che è stato congegnato per comunicarci. Il termine ha una limpidezza scientifica: l’elemento nevro- è adattato dal greco nêuron ‘nervo’, mentre quello -algìa dal greco álgos ‘dolore’. Il nome con tanto smalto di un’esperienza tanto segnante poteva non traboccare, nell’uso linguistico?

Il ‘nevralgico’ lascia i lidi del nostro sistema nervoso seguendo le metafore del punto dolente: così come il punto nevralgico può essere quello in cui il dolore si manifesta nel nostro corpo, così si fa in generale centro sensibile, nucleo difficile. Pensiamo all’incrocio che è un punto nevralgico per il traffico — luogo notorio di grandi beghe; pensiamo al punto nevralgico di un programma d’esame, particolarmente ostico e fonte di patimento consueto per chi lo studia; pensiamo al passaggio nevralgico di una fase della vita, in cui affiorano delicatezze e fragilità.
Fin qui tutto poeticamente coerente, in una linea che allarga un modo che ha il nostro corpo di sentire il dolore alle esperienze più varie della vita.

Ma la piazza del borghetto sul mare, con le bouganville sulla facciata del caffè, e l’intonaco bianco delle due chiesette, e i vecchietti amici sulla stessa seduta della fontana da settant’anni, è un punto nevralgico della vita del paese? La sede centrale dell’organizzazione internazionale, dalle vaste vetrate, col via vai di auto dai vetri scuri, dove le grandi cose accadono e giovani con la laurea ancora croccante entrano con lo sguardo ammirato, sono punti nevralgici?

Il nevralgico, nell'uso comune, finisce spesso per scordare la sua natura e diventare semplicemente il punto centrale, importante. Non è più rilevante perché duole porco cane che male, è importante e basta. La piazzetta diventa punto nevralgico della vita del paese perché c’è il mercato settimanale e fanno le feste annuali dei due santi patroni — un gran ballare e ridere, e banchini che impartiscono fritture. La sede diventa punto nevralgico perché è il posto dove materialmente si trovano le persone che decidono. Insomma, siamo davanti a un dolore che ha trasceso l’umano, che non fa più male.
Certo perde un po’ di smalto, e chi continui a leggerci dentro l’álgos etimologico può disorientarsi un po’, ma l’enfasi ha le sue ragioni che la ragione non conosce. E tanto per dire, se proprio la metafora nervosa ci rapisce, per raccontare questo genere di nodo potremmo usare il termine ‘ganglio’.

Parola pubblicata il 03 Giugno 2023