Opuscolo

o-pù-sco-lo

Significato Libretto di poche pagine, in sé compiuto e di argomento circoscritto, specie divulgativo o pubblicitario

Etimologia voce dotta recuperata dal latino opùsculum, diminutivo di opus ‘opera’.

  • «Ho trovato un opuscolo interessante sulla mostra che c'è in città.»

L’opuscolo è letteralmente un’operetta, una piccola opera. Nei fatti, è una piccola opera letteraria, un piccolo scritto.

Certo, dal Trecento a oggi ha preso forme delle più diverse: per molto tempo lo troviamo usato per descrivere lavori piuttosto agili e limitati, che non aspirano alla monumentalità. Potevo leggere un opuscolo su un certo problema matematico, un opuscolo su un fatto storico. Ma è anche stato un termine utile per schermirsi, per presentare con una dose di understatement ciò che si è prodotto: ad esempio, nella sua meravigliosa lettera all’amico Francesco Vettori, Niccolò Machiavelli scrive di aver «composto uno opuscolo De principatibus»... che alla fine è uno dei libri più famosi del mondo, Il Principe.

Col tempo il carattere erudito dell’opuscolo è andato sfumando. Gli opuscoli, concentrati su questioni strette, hanno preso un carattere politico, polemico, propagandistico: a lungo hanno girato opuscoli contro questa o quella decisione del governo, opuscoli a sostegno di una causa, opuscoli di accusa. Ma anche questa veste dell’opuscolo sembra appartenere al passato.

L’opuscolo oggi è soprattutto il piccolo scritto divulgativo o pubblicitario.
Classicamente sono opuscoli quelli che ci danno informazioni turistiche e che troviamo ammucchiati alle biglietterie, ma sono opuscoli anche quelli che troviamo nella cassetta delle lettere, che additano un problema e offrono una soluzione a un prezzo vantaggioso, e sono opuscoli quelli a tema sanitario che vengono distribuiti sulla tal prevenzione.

Non è inconsistente, l’opuscolo, si regge in piedi da solo, anzi è autoconclusivo — e però non ha una solennità formale.
La dispensa ci fa subito pensare all’integrazione ragionata di una lezione, mentre il fascicolo ci si presenta come elemento di una serie di pubblicazioni. D’altro canto il volantino ha un’informazione molto più essenziale e volante.

In ambito divulgativo abbiamo delle alternative interessanti in francese, con la brochure e il dépliant (anche detto italianamente ‘pieghevole’). La brochure ci indica un genere di pubblicazione didascalica di poche pagine riferendosi al tipo di rilegatura, quella che conosciamo anche come brossura — di pregio inferiore alla rilegatura cucita. Il dépliant invece, come il pieghevole, si riferisce all’azione del dispiegare (déplier) l’unico foglio che, piegato, lo costituisce: porta inevitabilmente un’informazione scarna e contingente — poco meno del volantino, di cui rappresenta una solo lieve sofisticazione. Resta anche il pamphlet, che però, oltre ad avere un’aria d’altri tempi, ha un taglio più strettamente polemico o satirico. Libretti e libelli risultano infine molto più generici — riprendendo e sintetizzando in maniera sfumata un po’ tutto l’arco di significati presi nei secoli dall’opuscolo, dai libelli di filosofia ai libretti d’istruzioni.

L’opuscolo, piccola opera, da lavoro di settore si è fatto sempre più leggero: fato della brevità, successo di un bel nome.

Parola pubblicata il 01 Novembre 2025