Perequare

pe-re-quà-re (io pe-rè-quo)

Significato Pareggiare, distribuire, ripartire equamente;

Etimologia voce dotta recuperata dal latino tardo peraequare, composto di per- ‘fino in fondo’ e aequare ‘pareggiare’, che è da aequus ‘pari’.

Questa è una parola che sa subito di ricercato, e per diversi motivi. Innanzitutto è etimologicamente una voce dotta, cioè recuperata di sana pianta dal latino e infilata in italiano dai dotti (in questo caso nel Cinquecento) senza che nei secoli fosse stata usata e usurata popolarmente con continuità. Quindi ha un certo pedigree. Ma soprattutto unisce due elementi che anche separati hanno, al nostro orecchio, un’aura fine. Il prefisso ‘per-’ qui ha il significato di ‘fino in fondo’, e ha quindi un valore intensivo. Ci suona in altre parole, tutte piuttosto alte, come perdurare, pervicace, permanere, persuadere, pervenire; e si aggancia qui a un parente di ‘equo’, termine non alto ma altissimo, che colleghiamo senza incertezze niente meno che a giustizia e proporzione. Insomma, il perequare è uno di quei tipi carismatici che quando entrano in una stanza tutti si voltano a guardarli.

Il perequare ci si presenta proprio come un pareggiare secondo equità, un distribuire, un ripartire equamente: dopo aver servito la pasta senza troppa attenzione, perequiamo le porzioni con l’avanzo rimasto nella pentola, o pescando dai piatti più abbondanti; si perequano le pensioni (non so quando) riducendo vantaggi ipertrofici in favore di situazioni fragili; e davanti a differenze arbitrarie negli stanziamenti, si preme affinché i fondi siano perequati. Un livellare, che porta l’equità al fondo, alla compiutezza.

Ma il perequare ci parla anche di moneta e di statistica: ad esempio, con un intervento di politica monetaria si possono perequare dei cambi, cioè stabilizzarne una determinata parità. Ma mentre di azioni di politica monetaria non ne facciamo tutti i giorni, di perequazioni statistiche ne facciamo un sacco, e quotidianamente. Sui dizionari si trova scritto cripticamente che in statistica perequare significa ‘livellare le irregolarità nelle distribuzioni statistiche’, ma a molti questo dice poco. Ebbene, così come approssimare vuol dire partire da un numero preciso, ma con troppe cifre per essere utile, e quindi smussare queste cifre per maneggiarlo meglio, perequare una serie di osservazioni vuol dire considerarne le imprecisioni casuali, e quindi smussarle per fare emergere la regolarità sottostante. Ci pesiamo sempre alla stessa ora e nelle stesse condizioni per non dover perequare i dati (‘Ho/non ho mangiato’, ‘Sono/non sono vestito’, ‘Sono/non sono andato in bagno’). La figlia perequa i risultati delle ultime interrogazioni, per mostrare che l’insufficienza dell’ultima settimana è un banale incidente nel percorso di recupero verso la promozione. Il gelataio perequa le vendite delle ultime settimane, per osservare l’incremento di clienti dopo il rinnovo del locale al netto del maledetto maltempo.

Un tipo davvero carismatico, questo perequare.

Parola pubblicata il 22 Maggio 2018