Poffarbacco

pof-far-bàc-co

Significato Interiezione che esprime meraviglia, stupore, ma anche dispetto, irritazione e sdegno

Etimologia composto di poffare e Bacco.

Una parola eccezionalmente gustosa, soprattutto perché trova il suo posto nell’attualità della nostra lingua esattamente in virtù del suo sembrare di tempi andati.

Quando si sente parlare di Bacco, a meno che non si tratti di un discorso storico o artistico, e soprattutto non si parli di vino, in maniera quasi invariabile siamo davanti a un eufemismo che copre ‘Dio’. Nessuno di meglio, ha comunque titolo di divinità — e quindi la struttura della frase è salva — ma essendo pagana e oltretutto quella che appare fra tutte la meno seria, non si presentano inciampi d’opportunità nel nominarla. Capire perché si sta parlando di Bacco è facile: il problema è per molti quel ‘poffar’.

Qualcuno intenderà che sia d’accostare all’analoga espressione ‘poffare’ — in effetti il poffarbacco è proprio composto da ‘poffare’ e ‘Bacco’. Si tratta di una contrazione dell’espressione ‘può fare’, col significato (sintetizzato con un’efficacia sinceramente mirabile) di ‘può essere che’, ‘è mai possibile che’. Così il bisarcavolo del nostro bisarcavolo, vedendo arrivare un caro amico lontano da tempo, esclamava “Poffare il mondo!” o più compostamente “Poffare!”.

Ora, guardando il poffarbacco in filigrana si legge che esisteva l’arcaica interiezione ‘poffardio’: può essere che Dio… un’esclamazione ellittica (a tratti inquietante) ma senz’altro molto corposa da pronunciare davanti a ciò che suscitasse stupore o dispetto. Perfino troppo: se aprendo il giornale sbotto dicendo “Poffardio, ti pare una notizia, questa?” riesco molto intenso — magari a ragione, nel caso.

Così si fa intervenire Bacco, conciliante, che col naso colorito e la corona passita di vite addolcisce molto l’esplosione interiettiva; e figuriamoci, se prima il poffarbacco era eufemistico, oggi è addirittura caricaturale — a testimonianza che sopravvivono le parole più adatte e che sanno trovare la loro nicchia. E quella delle parole comuni che hanno tratti di antiquatezza caricaturale è una nicchia delle più blindate, quella del lessico scherzoso.

Così quando siamo costretti a chiedere una cosa per la quarta volta domandiamo se poffarbacco mi hai sentito; vedendo che il nuovo ragazzo dell’amica è di una bellezza mozzafiato le mormoriamo sottovoce un compiaciuto “Poffarbacco!”; ma soprattutto, quando nella Spada nella Roccia ser Ettore entra in cucina e trova le stoviglie che per magia di Merlino si stanno lavando da sole, grida “Oh poffarbacco, magia nera della peggiore specie. Vieni Caio, all’attacco!” e va a finire come tutti sappiamo.

Parola pubblicata il 13 Maggio 2020