Prossemica

pros-sè-mi-ca

Significato Studio e gestione dello spazio e delle distanze relative come fatto di comunicazione

Etimologia dall’inglese proxemics, coniato nel 1963 dall’antropologo Edward T. Hall, derivato da proximity, che attraverso il francese proximité deriva dal latino proximitas, da proximus ‘prossimo’, col suffisso -emic/-ics, che indica una disciplina di studio ed è in ultima analisi derivato dal suffisso aggettivale greco -ikos.

  • «Si muovono con una tale presenza nella platea, in maniera così coinvolgente... hanno una prossemica sbalorditiva».

Eh certo, mica si parla solo con le parole. Si sa benissimo che il contenuto secco della fila delle parole è arricchito da una caterva di fattori non verbali attraverso cui comunichiamo: anzi, di ciò che vogliamo dire, questi contengono una parte che per tanti versi supera in eloquenza la parte di contenuto astrattamente linguistico.

Pensiamo a quanto influisce sulle parole (immaginiamoci dei convenevoli di circostanza, «Buongiorno», «Arrivederci») un tono di voce gentile, una pronuncia lenta, un’espressione del viso rabbiosa, un contegno rigido del corpo, un tocco sicuro e sciolto — ma la nostra penetrazione della semiosi umana, del modo in cui qualcosa si fa segno, non si ferma qui. Abbiamo altri modi per significare, e fra questi c’è la gestione dello spazio.

L’insegnante, durante il compito in classe, può assestarsi gli occhiali, guardare nella tua direzione con aria di tempesta, e dire «Matteini, guarda il tuo compito e niente chiacchiere», al che Matteini si schermisce e nega d’aver mai avuto l’intenzione di distrarsi, «No no, profe, macché». Altrimenti l’insegnante può semplicemente alzarsi e con aria svagata approssimarsi a Matteini. Il suo mero avvicinarsi, anche se non è accompagnato nemmeno da una parola, nemmeno da uno sguardo o da un gesto, è interpretato con lo stesso significato — anche se certo è meno diretto, meno esplicito, paradossalmente meno invadente.

La prossemica studia questo: lo spazio, le distanze relative e la loro gestione come fatto comunicativo. È quella branca delle scienze sociali che indaga i diversi significati che hanno per popolazioni e contesti diversi le frapposizioni di diverse distanze — durante la serata universitaria, mentre parla con noi, l’amico che viene da una remota regione boschiva della Finlandia settentrionale tenderà forse a restare a una distanza maggiore da noi rispetto all’amico napoletano, seduto sulle nostre gambe. Ci sono distanze (secondo i primi famosi studi dell’antropologo Edward T. Hall, che coniò il termine proxemics nel 1963) che reputiamo corrette da tenere con gente estranea alla fermata del bus, e che se si accorciano ci portano a spostarci, o a frapporre ostacoli anche solo simbolici, come voltarci di fianco, e al contrario distanze che ci sembrano bizzarre o sconvenienti (e che recepiamo come significative) se tenute da persone con cui siamo in intimità. Ma non solo.

Si parla di prossemica, come accennavamo, anche fuori da contesti di studio più strettamente antropologico, psicologico e sociologico, nella sua attualizzazione in contesti di pragmatica, di recitazione, di comunicazione efficace. Posso restare colpito dalla prossemica dell’attrice, che col suo solo corpo sembra occupare l’interezza di un palco grande come una piazza (e com’è diverso vederla dal vivo!); possiamo parlare della prossemica totalmente assente del professore che seduto immobile in cattedra si limita a leggere ad alta voce con trasporto da sintetizzatore vocale il libro suo che ci ha già fatto comprare, della sapiente prossemica con cui chi si avvicenda a parlare mantiene l’attenzione del pubblico e si rende accessibile e amichevole, anche avvicinandosi là dove vede accendersi schermi e parlottìi.

La prossemica, insomma, è quel canale che modula la prossimità come mezzo di comunicazione — testimonianza di come la complessità lessicale possa sì slanciare verso grandi vette di comprensione del mondo, ma sia solo una porzione delle nostre vaste, incrociate e per gran misura ineffabili capacità comunicative.

Parola pubblicata il 18 Maggio 2022