Rondine

Parole bestiali

rón-di-ne

Significato Nome comune della famiglia degli Irundinidi, di cui la specie più nota è la Hirundo rustica (rondine comune)

Etimologia dal latino hirundinem, di origine incerta.

  • «Una rondine non fa primavera.»

La prima cosa da sapere sulle rondini è che, per la gran parte, non sono rondini. Nei cieli cittadini è molto più frequente osservare i rondoni, che con le rondini c’entrano quanto una gallina con un fenicottero.

Le due specie appartengono infatti a ordini diversi, tuttavia si sono evolute in modo convergente: entrambe hanno sviluppato l’abitudine di cacciare e mangiare gli insetti direttamente in volo, facendo mirabolanti acrobazie grazie alla coda biforcuta e alle lunghe ali.

Il rondone, addirittura, non può mai posarsi a terra, perché le sue ali sproporzionate non gli permetterebbero di riprendere il volo. La rondine invece può farlo, ma non ne approfitta spesso. Perciò era considerata un simbolo di purezza, giacché non toccava mai il suolo.

Per inciso, è vero che quando le rondini (o i rondoni) volano basse sta per piovere. Prima di una perturbazione, infatti, la pressione atmosferica si abbassa e gli insetti volano più vicino a terra.

Benché simili nell’aspetto, comunque, il rondone e la rondine emettono suoni totalmente diversi: il primo è stridente, la seconda malinconica. Per questo forse alle rondini è sempre stata associata una sfumatura funebre. Nell’antica Roma si diceva che incarnassero gli spiriti dei bambini morti, venuti a visitare le loro case. I Greci, poi, hanno dedicato loro uno dei miti più raccapriccianti.

Narravano infatti che Tereo, re di Tracia, avesse violentato Filomela, sorella di sua moglie Procne, tagliandole poi la lingua per costringerla al silenzio. Lei riuscì a comunicare il fatto ricamandolo su un arazzo e Procne, per punire il marito, gli servì il figlioletto arrosto. Poi gli dei posero fine alla questione trasformando Filomela in usignolo, Procne in rondine e Tereo in upupa.

Più di frequente, tuttavia, il significato delle rondini è positivo, perché riappaiono tutti gli anni a primavera, annunciando l’eterno rinascere della natura. Il che spiega in parte perché in Oriente amino tanto i nidi di rondine (in realtà di alcune specie di rondini), da cui si ricava una zuppa gelatinosa e insapore, fatta sostanzialmente di saliva d’uccello. Si diceva infatti che questo alimento fosse un elisir di lunga vita, il che peraltro non è del tutto errato, giacché rafforza il sistema immunitario e rallenta l’invecchiamento della pelle.

I “nidi di rondine” nostrani invece sono tali solo di nome, trattandosi di normalissima pastasciutta. Comunque l’associazione tra le rondini e la primavera, con tutte le sue connotazioni positive, è forte anche da noi, incoraggiata dal fatto che la festa della resurrezione di Cristo cade appunto tra marzo e aprile.

Da qui i vari proverbi dedicati a questi uccellini, come “per l'Annunziata la rondine è ritornata” e “per San Benedetto, la rondine sotto il tetto” (la festa dell’Annunziata è il 25 marzo, quella di san Benedetto era il 21, prima di essere spostata all’11 luglio).

E naturalmente “una rondine non fa primavera”, diffuso in un’infinità di lingue. Pare che il proverbio sia in auge fin dai tempi di Aristotele, anche se questi aveva un’idea un po’ vaga di dove finissero le rondini in inverno. A lungo, infatti, si è pensato che andassero in letargo. Una leggenda cinese vuole addirittura che si nascondano in una conchiglia, sul fondo del mare. La realtà, comunque, non è molto meno fiabesca: percorrendo circa 11.000 km, le rondini sorvolano i Pirenei, il Mar Mediterraneo, il Sahara… Infine a dicembre arrivano in Sud Africa, da cui ripartono, instancabili, verso marzo.

Parola pubblicata il 22 Aprile 2024

Parole bestiali - con Lucia e Andrea Masetti

Un lunedì su due, un viaggio nell'arcipelago dei nomi degli animali, in quello che significano per noi, nel modo in cui abitano la nostra vita e la nostra immaginazione.