Sesamo

Parole semitiche

sè-sa-mo

Significato Pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Pedaliaceae i cui semi sono commestibili

Etimologia attraverso il latino sesamum, il greco sésamon e l’arabo simsim, da una radice semitica (forse accadica, forse babilonese o forse fenicia) che veicola il significato di grasso, oleoso.

  • «Apriti, sesamo!»

‘Apriti, sesamo!’ è una frase che si impara molto velocemente quando si è piccoli e assetati di storie fantastiche come quella di Alì Babà e i quaranta ladroni, che tradizionalmente viene considerata facente parte del ciclo de Le mille e una notte, sebbene sia stata aggiunta alla silloge dai traduttori occidentali nel corso del Settecento e Ottocento. Le mille e una notte è una raccolta che contiene storie e leggende proprie di culture orientali disparate – Persia, Egitto, India, Mesopotamia, Arabia – raccontate dalla celeberrima Principessa Sheherazade al re Shahryar il quale, ferito dal tradimento della prima moglie, ogni giorno prende in sposa una ragazza e la fa uccidere al termine della prima notte di nozze. La giovane, intelligente, utilizza la sete di storie e racconti del re a proprio vantaggio e ogni sera narra una leggenda diversa, rimandando alla sera successiva il finale di ciascuna, evitando così la morte.

La prima traduzione di questa raccolta la si deve al francese Antoine Galland, orientalista del XVIII secolo che volse in Sésame ouvre-toi! l’arabo iftaḥ yā simsim. Non è chiaro il motivo che sta dietro questa parola magica. Come può l’umile sesamo, una piantina semplice dai semini profumati, alla base di golose ricette di pasticceria araba, aprire porte di caverne incantate? La risposta breve è ‘boh’. Quella lunga è costituita da una serie di ipotesi affascinanti che includono la cabala ebraica e l’utilizzo di olio di sesamo in rituali magici orientali.

Ora, relativamente all’etimologia della parola, non è possibile sbilanciarsi verso alcuna ipotesi, anche se l’idea dell’olio è evocativa, e non perché ci possa suggerire una lubrificazione dei cardini della porta segreta sul dorso della montagna. La radice semitica che si cela dietro simsim può avere a che fare con il concetto di ‘grasso’, di ‘unto’ (in arabo una delle parole per dire ‘grasso’ è sam). Sappiamo che in Oriente, tra le altre cose, era uso ungere il capo dei re (da cui la nozione di Messia e Cristo) e il seme di sesamo è all’origine di un olio molto nutriente, sia dal punto di vista cosmetico che da quello alimentare. Forse era un unguento utilizzato davvero per compiere magie e prodigi, e qui allora entra in gioco il potere creativo delle parole, rappresentato al meglio da un passo della Genesi in cui «Dio disse: “Sia la luce!”. E la luce fu.»

Anche senza aver con sé del sesamo magico, o dell’olio, nella storia di Alì Babà basta la parola per compiere il sortilegio e sbloccare il varco verso un antro immenso pieno di tesori di ogni tipo. ‘Le parole non descrivono la realtà, la creano’. Alcune aprono pure le porte.

Parola pubblicata il 02 Dicembre 2022

Parole semitiche - con Maria Costanza Boldrini

Parole arabe, parole ebraiche, giunte in italiano dalle vie del commercio, della convivenza e delle tradizioni religiose. Con Maria Costanza Boldrini, dottoressa in lingue, un venerdì su due esploreremo termini di ascendenza mediorientale, originari del ceppo semitico.