Sguincio
sguìn-cio
Significato Obliquo, sbieco, sghembo
Etimologia dal francese antico guenchir, che viene dal francone wenkjan ‘andare di traverso’.
Parola pubblicata il 18 Luglio 2016
sguìn-cio
Significato Obliquo, sbieco, sghembo
Etimologia dal francese antico guenchir, che viene dal francone wenkjan ‘andare di traverso’.
Parola pubblicata il 18 Luglio 2016
Come negli anni abbiamo avuto modo di vedere, nella lingua il retto e l’obliquo sono concetti fondamentali, fertili di implicazioni semantiche come pochi altri. Si contrappongono come il bene e il male, il trasparente e il malizioso, il diretto e l’indiretto, l’apollineo e il dionisiaco - e per significare tutta la vitalità (spesso scura) dell’obliquo la lingua ha apparecchiato una notevole quantità di parole. Sguincio è una di queste, anzi è una delle più espressive, a un tempo incisiva e buffa (il suono, il suono…!).
Si può dire sguincio tutto ciò che è appunto obliquo, sbieco, sghembo; in particolare, questo termine viene usato in locuzioni come ‘di sguincio’, ‘a sguincio’: guardo di sguincio l’amico facendogli intendere che è meglio se non prosegue con la sua concione; il cuoco taglia a sguincio la pasta per conferire un che di rustico al suo piatto; e con nonchalance mi infilo di sguincio in cima alla fila del buffet.
Ciò che viene fatto di sguincio o a sguincio non è diretto, evidente, pulito: implica una certa copertura, o una certa grossezza. Il che rende questa parola una risorsa ironica di valore pronto e spendibile.