Smeraldino

sme-ral-dì-no

Significato Che è di un verde puro e limpido come quello di uno smeraldo

Etimologia da smeraldo, che è attraverso il latino volgare smaraudum e il latino classico smaragdus, dal greco smàragdos, forse da una lingua semitica antica come l’accadico.

  • «Che acque smeraldine! Si può fare il bagno?»

Questa parola, vivace e scintillante come le gocce d’acqua pura di un ruscello, tintinna nella bocca e nelle orecchie, accostando al suono dolce di un campanellino il tono intenso di un verde puro e profondissimo, insieme ad una sensazione di frescura gradevole e dissetante. È un termine che sa far entrare in gioco più sensi, in un numero acrobatico sinestetico che ci porta dalle torbide miniere colombiane ai misteri ermetici, dalle pagine di Victor Hugo alle paillettes delle estati sarde.

Alla base dello smeraldino, sta infatti lo smeraldo, una pietra preziosissima, appartenente ai berilli. Da tempo immemore ipnotizza l’umanità, che l’ha usata per simboleggiare il potere, la bellezza e l’amore. Questa gemma è di un verde strepitoso, profondo, brillante, generalmente freddo ed è leggermente più fragile rispetto alle colleghe diamante, rubino e zaffiro. I più celebri sono gli smeraldi colombiani, ma anche quelli brasiliani e russi godono di grande prestigio.

Usare l’aggettivo smeraldino denota cura del linguaggio e un’attenzione particolare per evocare precise sensazioni e immagini. Potremmo dire che l’acqua del laghetto è verde e luccica e ci dà una gran voglia di tuffarci e sarebbe corretto, ma perché perdere l’occasione di descrivere con gusto un paesaggio lacustre di fresca e limpida bellezza dicendo che l’acqua smeraldina ci invita ad abbandonarci ad essa con voluttà? Quanto è più evocativo dire di essere stati catturati da un lampo smeraldino nello sguardo piuttosto che riferire banalmente di due begli occhioni verdi? Di certo i magnati del turismo che negli anni ’60 hanno reso la zona dei Monti di Mola un centro vacanziero di fama internazionale avevano ben presente il potere evocativo di questo colore, e così hanno chiamato la zona ‘Costa Smeralda’.

La parola smeraldo è la fonte di questa magia lessicale. Essa in spagnolo diventa esmeralda e ormai, per tutti coloro che non sono ispanofoni, è legata a doppio filo alla bella gitana che ruba il cuore di mezza Parigi nel romanzo ‘Notre Dame de Paris’. L’etimologia si cela nelle pieghe del tempo, misteriosa come il lampeggiare verdeggiante di un cabochon su di una scollatura: c’è del latino, in mezzo, con smaragdus, c’è del greco con smàragdos ‘pietra verde’, e forse, ancora dopo, c’è la lingua semitica accadica.

L’oriente e gli smeraldi hanno effettivamente un rapporto stretto: nell’India dei Moghul le preziose gemme venivano intagliate per creare glittiche da capogiro, ornamenti di finezza ed eleganza inarrivabili. Inoltre la leggenda vuole che Ermete Trismegisto, il misterioso mago e maestro di sapienza, abbia inciso uno dei suoi testi criptici con una punta di diamante su di una tavoletta di smeraldo, creando così la favolosa Tabula Smaragdina, rinvenuta in Egitto e tradotta prima in arabo e poi in latino.

Quanta magia si cela dietro una gemma, quanto potere evocativo sta in un colore. Alle parole il compito di veicolare tutto questo, ai suoni l’arduo mestiere del trasportare i concetti e reincarnarli nel cuore di chi li ascolta. Smeraldino siede sicuramente nell’Olimpo delle parole più generose in tal senso.

Parola pubblicata il 19 Marzo 2023