Solone

so-ló-ne

Significato Legislatore, riformatore; persona giusta e saggia; saccente, sapientone

Etimologia nome di un celebre politico ateniese vissuto fra il 638 e il 558 a.C..

In questa parola c’è un cortocircuito molto interessante: alta, raffinata e anche poco accessibile nel suo richiamo a un celebre e stimato politico ateniese dell’antichità, finisce però per imperniarsi su un tono spregiativo e perfino rozzo — non dissimile a quello con cui si apostrofa il ‘professorone’. Insomma, la finezza fa presto a diventare grossolana. Ma andiamo con ordine: chi era Solone?

Non è uno di quei personaggi di cui si possa riassumere la vita in un paragrafo — cerchiamo solo di orientarci con qualche tratto.
638 a.C.: al tempo Assurbanipal è re degli Assiri, in Egitto la XXVI dinastia apre quello che oggi è noto come periodo tardo, Tullo Ostilio è terzo re di Roma, nasce Solone. Nobile (addirittura discendente dell’ultimo re di Atene, secondo alcuni) ma senza mezzi, si dedica a commerci e viaggi, e col suo intelletto vivace anche alla poesia e alla filosofia. Emerge e viene apprezzato come diplomatico spregiudicato ed efficace; assurto alle alte cariche politiche conduce riforme molto profonde, che aprono una prima partecipazione politica alle classi inferiori — ed elimina in una certa misura la schiavitù per debiti. Ammirato, osteggiato, ma tenuto sempre in grande stima e conto sommo, in vecchiaia dismette le vesti pubbliche e viaggia — tornando però sempre ad Atene, in cui si sente libero di parlare nonostante l’intervenuta tirannide. Muore a 80 anni. È ricordato come uno dei Sette savi dell’antica Grecia, e secondo alcuni è quadruplo-prozio di Platone — che peraltro lo include in alcuni dei suoi Dialoghi più famosi, fra cui il Timeo: vi è riportato l’incontro fra Solone e il sacerdote egizio Sonchis, che lo istruisce, fra l’altro, sulla perduta Atlantide.

Insomma, Solone, scolorito com’è dai ventisei secoli che ci separano, ci arriva come esempio di persona saggia, giusta e stimata. E qui interviene il sarcasmo.

Pescare una figura eminente della politica antica per tessere analogie ha difficilmente intenzioni diverse dall’encomio o dalla critica, anche spregiosa. Dire che la tal figura è stato il solone del Paese può significare che è riuscita ad affrontare divisioni profonde per attuare riforme radicali, discusse ma con alti profili — e qui solone sta per riformatore, per legislatore illuminato; però più probabilmente (anche perché sono in maggioranza schiacciante) capiterà di ironizzare chiamando soloni figuri che sono il contrario di Solone, o che si atteggiano come se fossero Solone, senza aver l’ombra della sua caratura — in cui l’esser savio è sostituito dall’essere saccente, il tratto del legislatore dallo sputacchiamento di sentenze, la filosofia pratica da ostentazioni da sapientone che si prende tragicamente sul serio.

Così si può raccontare come la mostra sia stata inaugurata da un solone che ha sbrodolato luoghi comuni sussiegosi, si può parlare dei soloni che spiegano com’è che si sarebbe dovuto agire, del solone che spende parole gravi in campi di cui non sa nulla.

Il sarcasmo genera un’enantiosemia: solone racconta le antiche virtù di Solone e il loro sarcastico contrario. Ma questo sarcasmo si è polarizzato ormai dall’Ottocento, e ‘solone’ si è normalizzato sul significato negativo. Il risultato è che il nome dell’uomo giusto e saggio diventa quello del pedante e del saccente. Mah.

E c’è un certo compiacimento in questo ricercato uso sarcastico, che si crede brillante ed è solo acre: in effetti, il paradosso che solone significhi il contrario di solone si aggrava quanto notiamo che questo stesso uso del termine solone è un po’ da solone.

Parola pubblicata il 17 Febbraio 2021