Strologare

Non è il più comune dei verbi, ma è una risorsa davvero brillante.

Propriamente ‘strologare’ significa cercare di predire eventi sulla base di pratiche astrologiche – e infatti è un’aferesi di ‘astrologare’ (l’aferesi è il fenomeno per cui cade una vocale o una sillaba a inizio di parola). Ora, le interpretazioni astrologiche, per quanto prive di valore scientifico, sono tutt’altro che semplici: richiedono osservazioni accurate e calcoli difficili, addirittura cervellotici – ed è da qui che lo strologare acquista i suoi significati più ampi.

Infatti diventa uno stillarsi il cervello, un lambiccarsi, un pensare intensamente cercando di comprende qualcosa, o di trovare una soluzione: il comportamento inaspettato dell’amico ci lascia a strologare su che cosa lo abbia provocato, a forza di strologare si giunge a quello che può essere il compromesso migliore, ed è spesso inutile strologare su questioni marginali quando quelle principali sono chiare.

Ma vista la matrice del termine restano forti anche significati collegati all’indovinare, al predire: il nonno, dalla forma delle nuvole o dal vento, strologa i mutamenti del tempo, e dal tono della voce del cliente posso strologare come stia andando la sua giornata. E non è tutto: l’operazione dello strologare ha un’inevitabile componente d’immaginazione, in virtù della quale (in maniera simile all’almanaccare) diventa anche il congetturare, il fantasticare: il conoscente strologa volentieri su complotti ai suoi danni, l’aspirante critico strologa sul signficato di un’opera d’arte criptica, lo zio strologa su investimenti che lo renderanno ricco come un satrapo.

Un meraviglioso filone lineare di lambiccamenti, predizioni e fantasticherie a cui è un peccato non attingere.