Vaticinare

va-ti-ci-nà-re (io va-ti-cì-no)

Significato Predire, profetizzare

Etimologia voce dotta recuperata dal latino vaticinari, composto del tema di vates ‘vate’ e quello di cànere ‘cantare’.

Parole come questa ci fanno sentire in maniera vertiginosa come è che cambia il mondo. La parola ha una vita sua, di viandante che si trova accolta da popoli diversi, di albero millenario sotto a cui si riuniscono e riparano le fugaci generazioni umane, di fiume a cui si attinge di era in era con spirito e con intento diverso. Così oggi la nostra convivenza col vaticinare è molto diversa da quella dei nostri nonni e delle nostre nonne dell’antichità col vaticinari — che pure abitavano questi luoghi.

Tutto nasce dal vate. Figura di profeta, si direbbe, di veggente. E però con un profilo da poeta — in effetti questa commistione c’è in latino e continua nell’italiano che lo recupera. Anzi, è un’ambivalenza genetica del termine, rinvenibile nella comparazione fra termini derivanti dalla medesima radice indoeuropea (in particolare in area britannica): è plausibile che l’attività poetica fosse ancestralmente vista come un invasamento divino.
Nel vaticinare questa commistione è ripresa e si fa quasi didascalica, visto che contiene in tema di cànere, ‘cantare’. Con tutta probabilità (come nei più consumati scimmiottamenti da film e romanzo) in effetti i vaticini venivano resi in versi.

Quando si pensa all’antichità, le probabilità di fare un minestrone mescolando secoli e sensibilità distanti sono alte, e riguardo al vaticinare non ci dobbiamo illudere che fosse un’attività con un credito oracolare illimitato. Vaticinari, in latino, oltre a ‘parlare ispirati dalla divinità’, ‘parlare come profeta’, significa anche ‘vaneggiare, farneticare’.

Ma nel mondo della prima cultura italiana, così disposta a pensare solo il meglio dell’antichità, passa solo un vaticinare realmente profetico, senza sbavature. O meglio, con le minime estensioni d’ordinanza alla previsione non necessariamente ispirata dall’alto, ma anche meramente razionale. Pur sempre, però, con un afflato profetico.
Appiattita la figura del vate dalla prospettiva lontanissima da cui lo guardiamo, il vaticinare si assesta in contesti in cui la previsione è presa (e si prende) molto sul serio. O in usi ironici che tentano di ribaltare questa prospettiva.

Così parleremo di come Arsenio, giù in paese, riesca a vaticinare il tempo e la stagione ascoltando come gli scricchiolano le giunture; della task force di economisti che vaticina percentuali a raffica diramandole e ritoccandole a ogni colpo di vento; della zia che a sedici anni ti vaticinò un futuro che si è realizzato.

Parola pubblicata il 18 Aprile 2021