Rinfiancare

rin-fian-cà-re (io rin-fiàn-co)

Significato Rinforzare una costruzione ai fianchi; rinforzare, avvalorare

Etimologia derivato di fianco, col prefisso rin-, fusione di re- col valore di ‘indietro’ e in- ‘dentro’.

No no, non è un rinfrancare, anche se il rinfrancare non sembra poi così lontano.
Ma il rinfrancare ti si siede accanto, ti mette una mano sulla spalla, partecipa del tuo scoramento, ti fa vedere le cose da un altro punto di vista, ti sorride, ti porge una tazza di ponce — e quando ti alzi hai la luccicante impressione che alla fine andrà tutto bene.
Il rinfiancare accorre nel cuore della notte con le torce e le travi e i sacchi, oppure osserva, progetta, spinge con la schiena e solleva contrafforti.

‘Rinfiancare’ nasce come parola dell’architettura — ti aspettavi fosse un sostegno militare ai fianchi? Ci può arrivare, ma non nasce in ambito bellico.

Una delle battaglie eterne combattute dall’ingegneria e dall’architettura di ogni tempo è quella contro le spinte laterali dei pesi, che minacciano di squinternare gli edifici come scatole scassate. Specie per questo (in particolare in epoche passate prive dei nostri avanzamenti in fatto di materiali) è necessario rinfiancarli — essenzialmente, ingrossarne i fianchi o dotarli di archi rampanti, contrafforti e via dicendo. Ma beninteso, posso anche rinfiancare l’edificio pericolante, possiamo rinfiancare gli argini in attesa dell’onda di piena. L’atto è davvero troppo eloquente per non avere esiti figurati.

È ovviamente un sostenere, un avvalorare.
Non ha le velleità altisonanti del difendere e del patrocinare, non ha nemmeno la malcelata centralità del sostenere stesso, né l’inerenza capillare del rafforzare. La sua azione è ausiliaria, letteralmente laterale — anche se non per questo meno determinante. Così una critica autorevole rinfianca l’opera per lungo tempo ritenuta pencolante, le nuove prove rinfiancano un impianto accusatorio che destava molte perplessità, e ogni calunnia rinfianca una candidatura competente e specchiata.

Proseguendo sulla via della metafora, il rinfiancare diventa un crescere in solidità, in credibilità, il riprendere forza (eccolo vicino al rinfrancare!). Posso notare come una prospettiva che sembrava una pia illusione si stia rinfiancando, posso parlare dell’autorevolezza della collega che si rinfianca sempre di più, posso considerare il modo in cui il viaggio abbia rinfiancato le mie forze, o come l’amico che non ha mai avuto un soldo da battere con l’altro si sia rinfiancato con una nuova idea d’impresa.

Il significato architettonico non è perspicuo: non parrebbe una parola specialistica. E questo è un bene: permette che il rinfiancare sia immediatamente comprensibile — il fianco, così come la spalla, è uno dei luoghi del corpo dove, in figura, collochiamo più spontaneamente l’aiuto (pensiamo a chi ci fiancheggia o spalleggia). La matrice architettonica ci dà la profondità del concetto, la dimensione concreta del gesto. Una meraviglia spendibilissima.

Parola pubblicata il 27 Novembre 2025