Glossolalia

glos-so-la-lì-a

Significato Espressione verbale di sillabe insensate; nel cristianesimo delle origini, capacità di lodare Dio in una lingua comprensibile solo a lui o a chi abbia un dono analogo, o capacità di parlare facendosi capire dai parlanti di ogni lingua

Etimologia composto dal greco glóssa lingua e laléo parlare. Parlare le lingue.

Si tratta di una parola che ha degli interessanti risvolti negli ambiti della religione e della psicologia.

Secondo il cristianesimo primitivo, ai profeti lo Spirito Santo conferiva lo speciale carisma della glossolalia: con questo, il profeta era in grado di parlare una lingua divina, che poteva essere compresa solo da Dio, dagli angeli e da altri che condividessero il medesimo dono; un’altra specie di glossolalia consisteva nel parlare riuscendo miracolosamente a farsi intendere anche da chi parlasse altre lingue: il profeta parlava nella sua e chi lo ascoltava lo capiva nella propria. Fenomeno, questo, che si embrica con la xenolalia, cioè la supposta capacità di esprimersi in lingue che non si conoscono, e di comprenderle.

Ora, modernamente la glossolalia è intesa come espressione di sillabe prive di significato. In psicologia è studiata quale delirio in cui certe persone affette da patologie mentali creano un linguaggio inventato che si articola in un insensato profluvio di sillabe; e in campo artistico è impiegato come strumento per creare buffe filastrocche e detti senza senso che abbiano una particolare cadenza musicale (datti du di du ci-bum cibu-bum). Però non mancano novelli usi religiosi di questo tipo di espressione: in diverse sette di ispirazione cristiana vengono organizzate liturgie in cui i fedeli, indotti in un particolare slancio spirituale, si sentono pervasi dallo Spirito Santo e quindi iniziano a parlare a briglia sciolta, pronunciando le sillabe che vengono così, senza significato. Rito senza dubbio liberatorio ed euforizzante e perciò di grande impatto su chi vi partecipi.

Parola pubblicata il 27 Gennaio 2015