Infimo

ìn-fi-mo

Significato Che si trova nel luogo, nel punto più basso; che occupa l’ultimo posto

Etimologia dal latino ìnfimus, superlativo di ìnferus ‘che sta in basso’.

Partiamo da un’amenità grammaticale sempre accesa che proietta già la giusta luce: si può dire ‘più infimo’? A ben vedere si tratterebbe di un superlativo (‘il più basso’), quindi ‘più infimo’ dovrebbe suonare male come ‘più bellissimo’, ‘più giustissimo’. Ma c’è un ma: la positivizzazione del superlativo - parliamo dei gradi dell’aggettivo che ricordiamo dalla scuola, positivo, comparativo, superlativo. Capita spesso e volentieri: superlativi che però non hanno i crismi italiani del superlativo (-issimo, -errimo), e che quindi non sono ineludibilmente superlativi a ogni occhio, iniziano ad essere trattati come aggettivi di grado positivo. Con qualificazioni magari forti, ma sempre di grado positivo - l’esagerazione si normalizza. Qualcuno storce il naso perché è tecnicamente scorretto, ma diciamo che in questo caso la positivizzazione dell’infimo ha ormai almeno tre secoli e un panneggiato retroterra letterario - e quindi possiamo considerarlo sia aggettivo superlativo sia aggettivo di grado positivo.

Dicevamo che l’infimo è il più basso, figuratamente o no; ma va tenuto presente che il peso dei significati figurati dell’infimo (un florilegio di miserabile, di scadente, sordido, spregevole e via e via di piacevolezza in piacevolezza) ci pesano sopra in maniera determinante. Alla domanda “A che piano vivi?” rispondere “All’infimo” darà sempre l’idea di un buco sudicio, anche se magari è un luminoso piano terra con giardino. Dire che a lavoro ci vengono assegnate le (più?) infime mansioni ne adombra la dignitosa umiltà in triste favore di una misera squallida (che magari è proprio quello che s’intende, basta capirsi). Un interesse infimo verrà ascoltato soltanto quando ogni altro sarà stato soddisfatto, e se un oggetto è di qualità infima vuol dire che sul mercato non si trova niente di peggio.

Della sua ricca famiglia - che conta l’inferno, l’inferiore - l’infimo dovrebbe essere solo il più basso, invece è anche il più sottile, e forse il più elegante e grazioso.

Parola pubblicata il 05 Luglio 2018