Almea

Parole semitiche

al-mè-a

Significato Danzatrice e cantante egiziana, esperta di poesia e di musica, spesso confusa con l’odalisca

Etimologia attraverso il francese almée, dall’arabo ῾ālima, cioè ‘donna istruita’.

  • «E durante la serata si sono esibite anche delle almee.»

Quando i francesi, al seguito di Napoleone, arrivano in Egitto a inizio Ottocento, esplode l’interesse per questa terra dal passato misterioso, le cui vestigia monumentali costituiscono un enigma per gli europei, assetati di conquiste, di sapere e, ovviamente, di ricchezze (citofonare presso i vari musei sparsi per il nostro continente e pieni di reperti oggetto di dispute sulle restituzioni). Con Jean-François Champollion si ha l’inizio di una branca di studi chiamata egittologia e, grazie al ritrovamento della Stele di Rosetta, la decifrazione dei famosi geroglifici ha infine luogo.

Ma non è solo il passato egizio ad interessare gli europei. Il paese del fiume Nilo è da secoli anche una delle culle principali in cui ha prosperato la cultura araba — e francesi e britannici, nel corso del XIX secolo, approfondiscono la conoscenza di questo universo a modo loro, à la coloniale, potremmo azzardare. Così deflagra la moda dell’orientalismo, nell’arte, nella letteratura, nell’architettura e perfino nella sartoria.

La curiosità e lo stupore, specie se provati da popoli che nel sistema di valori di riferimento hanno la convinzione profondamente radicata di essere superiori e migliori e, quindi, l’arroganza di dirsi ‘scopritori’, sono veicoli di diffusione linguistica tanto efficaci quanto lo può essere un traffico commerciale consolidato in secoli e secoli di scambi e affari. È così che alcune parole, che si attagliano in modo particolare a figure, ruoli e concetti prettamente orientali (in questo caso egiziani), arrivano in Europa attraverso il canale del francese o dell’inglese. È il caso della parola almea, desueta e fascinosa, che non ci conforta di appigli per desumerne almeno un significato vago. Arriva in italiano attraverso il francese almée e nell’evocare la figura di una danzatrice orientale spesso è vittima di un uso improprio che la vuole sinonimo di odalisca (anche questa, parola piuttosto mal compresa).

Quando si parla di almea, vanno spazzate via dalla mente le immagini suggestive che abbiamo ereditato da pittori come Ingres o il più recente Matisse, che si sono prodotti in ritratti di harem e di donne mollemente abbandonate su divani. Addirittura, non dovremmo tenerle presenti nemmeno per le odalische stesse! L’odalisca, infatti, in origine era un’inserviente, un’umile cameriera — e la parola deriva dal turco. Solo nel distorto immaginario europeo è diventata la concubina perennemente seminuda del sultano. L’almea, dal canto suo, lungi dall’essere una cameriera e una cortigiana, era una figura professionale tipicamente egiziana il cui nome denotava un elevato grado di cultura e di importanza.

Le almee erano danzatrici istruite, che avevano studiato l’arte della poesia e la musica e godevano di uno status sociale elevato, praticando non di rado anche il ruolo di ostetriche e venendo impiegate spesso come precettrici per le figlie di buona famiglia. Cantavano, suonavano e ballavano. Erano quelle che noi, con la nostra sensibilità di oggi, potremmo chiamare artiste performative, colte e preparate. Il loro nome viene dall’aggettivo ‘alīm, a sua volta dal verbo ‘alima, col significato di conoscere, sapere. E nella grande famiglia di questo verbo stanno anche tutte le parole che indicano ciò che è relativo alla scienza, alla cultura, al sapere, all’essere esperti e periti in qualche campo dello scibile.

Una bella differenza con la figura della cortigiana indolente e abbandonata alle mollezze di un pascià — ma non sono poche le orecchie che intendono solo quello che vogliono intendere.

Parola pubblicata il 05 Gennaio 2024

Parole semitiche - con Maria Costanza Boldrini

Parole arabe, parole ebraiche, giunte in italiano dalle vie del commercio, della convivenza e delle tradizioni religiose. Con Maria Costanza Boldrini, dottoressa in lingue, un venerdì su due esploreremo termini di ascendenza mediorientale, originari del ceppo semitico.