Ammartaggio

am-mar-tàg-gio

Significato Atterraggio sul pianeta Marte

Etimologia modellata su allunaggio, da allunare, composto parasintetico di luna.

Ogni volta che una sonda arriva su Marte questa parola torna sulla cresta dell’onda: in sé pare di una semplicità assoluta, ma le discussioni che le si accendono intorno sono rivelatrici, e ci danno l’occasione di comprendere meglio i rapporti che intercorrono fra certe parole, oltre che fra certe parole e noi.

Ammartaggio: parola inutile, dicono molte persone, oltre che non eufonica. Si tratta di un atterraggio anche se non avviene sul pianeta Terra — il cui nome in questo caso non c’entrerebbe: ‘terra’ è un termine di ampio respiro, e sa indicare più o meno qualunque superficie si trovi dabbasso. Infatti la tartina casca per terra anche se sono nell’appartamento al centesimo piano del grattacielo e finisce sui nodi di seta del tappeto Kashan, o se sono sul ponte della nave o nel corridoio dell’aereo in volo. Si tratta di un ampliamento normale, che si ripercuote direttamente sulla versatilità del termine atterraggio. Tanto che per descrivere un ammaraggio siamo portati a dire che si tratta di un ‘atterraggio in mare’. Quindi, visto che l’atterraggio è un iperonimo, un termine ombrello che copre più o meno tutti i posamenti di qualcosa di volante, perché si dovrebbe parlare dell’ammartaggio della sonda? E analogamente, perché si parla di allunaggio? Non c’è motivo logico: non sono nemmeno termini strettamente tecnici, hanno più il profilo di usi giornalistici.

Però non siamo davanti a un termine nuovo. Anzi, ammartaggio è attestato per la prima volta nel 1969 — anno del famoso allunaggio, fra l’altro. Ed è difficile considerarlo un occasionalismo puro, cioè un termine effimero: non è entrato in un uso stabile anche perché non capita tutti i giorni che arrivi roba nostra su Marte — ma al contrario, ogni volta che il discorso pubblico si focalizza su un avvenimento del genere, l’ammartaggio rifiorisce come una rosa di Gerico.

Quindi, non sarà un termine con rilievo scientifico, non sarà un termine paludato che rivela eleganza di lingua, né è un termine in uso permanente, ma ha un altro senso e un altro pregio.

È un termine emozionato. Più che occasionale è eccezionale: non racconta atterraggi minuti su suoli consueti, ma momenti di arrivi grandiosi, memorabili. Sono sempre atterraggi, è vero, ma di rarità e importanza tali che volerne segnare la lontananza dal terrestre con una parola cucita apposta sul corpo celeste d’arrivo non è senza ragione, né senza effetto. Sarà il vestito che si tira fuori solo per quelle occasioni, un vestito più sgargiante che elegante e funzionale — ma che in questo modo può venire percepito come più adatto, più giusto, più consono. E non merita d’essere trattato come costume basso e fastidioso.

Ad ogni modo, portiamoci avanti: tralasciando il fatto che di Venere adesso sarebbe forse più interessante studiare la probabile vita atmosferica più che il suolo, se davanti al termine avveneraggio il nostro sentimento sarà “Che parola orrenda” invece di “Che conquista incredibile”, vorrà dire che la sonda Biancaneve avrà ancora da conquistare il cuore di qualche Brontolo terrestre.

Parola pubblicata il 06 Marzo 2021