Carneade

car-nè-a-de

Significato Persona mai sentita nominare

Etimologia dal nome di Carneade di Cirene, filosofo scettico vissuto fra il 214 e il 129 a.C.

Il fatto che il nome di Carneade di Cirene sia entrato come antonomasia nel nostro vocabolario non si deve a lui. Si deve ad Alessandro Manzoni.

Carneade non è un filosofo dei più celebri, anzi, anche se ebbe una sua importanza. Fu uno scettico, che con un notevole talento dialettico criticò profondamente tanto le dottrine epicuree quanto quelle stoiche; fu scolarca dell’Accademia platonica di Atene, e non ci ha lasciato opere scritte di suo pugno, quindi ciò che sappiamo sul suo pensiero si deve alle raccolte dei suoi allievi.

Ora, il capitolo VIII de I promessi sposi si apre con Don Abbondio immerso nella lettura di un panegirico in onore di san Carlo Borromeo. L’incipit celeberrimo del capitolo è «Carneade! Chi era costui?» - frase che Don Abbondio pronuncia fra sé - perché in questo testo egli trova citato proprio Carneade, di cui però non sa granché, anzi nulla («doveva essere un uomo di studio, un letteratone del tempo antico»). Questo gagliardissimo incipit, col successo che ha avuto, da solo ha valso al nome di Carneade l’ingresso nel vocabolario di cui dicevamo, come antonomasia che descrive una persona sconosciuta, a stento sentita nominare.

Si rosica intensamente quando per il ruolo prestigioso che ci pareva cucito addosso ci viene preferito un carneade; si domanda con ostentata nonchalance chi sia questo carneade con cui esce la nostra vecchia fiamma; ci si meraviglia che l’elezione locale sia stata vinta da un carneade e non da uno dei cacicchi del posto.

Il riferimento è dotto ma popolare, quindi, disinvolti.

Parola pubblicata il 04 Luglio 2017