Chiocciola

Parole bestiali

chiòc-cio-la

Significato Nome comune dei gasteropodi dell’ordine Stylommatophora, caratterizzati da un guscio a spirale; carattere tipografico usato soprattutto in ambito informatico

Etimologia dal latino cochlea, con suffisso diminutivo, a sua volta dal greco kokhlias, ‘chiocciola’, derivato di konkhe, ‘conchiglia’.

  • «Con quelle scale a chiocciola si sale molto rapidamente.»

Con la sua stupefacente velocità di 1 metro l’ora la chiocciola è sempre stata la maglia nera del mondo animale, almeno finché non è stata scalzata dal bradipo (ufficialmente riconosciuto come l’animale più lento al mondo). Eppure questo primato inverso le ha conferito un’invidiabile notorietà, elevandola per esempio a simbolo dello slow food. Le è stato perfino dedicato un “campionato mondiale di corsa”, che dagli anni ’60 si tiene regolarmente a Congham, in Gran Bretagna.

Ma forse il paradosso più grande è che questo animaletto sia diventato l’icona di una delle forme di comunicazione più rapide del mondo moderno: l’email. In realtà la storia di @ è lunga e strana. La sua nascita risale addirittura al Medioevo, quando i mercanti veneziani l’utilizzavano come abbreviazione di “anfora”, all’epoca una diffusa unità di misura. Intorno al 1700 il simbolo migrò in America, restando nell’ambito commerciale ma cambiando significato: divenne la sigla di “at (a price of)”, ossia “al prezzo di”.

Fu perciò inclusa nella tastiera delle macchine da scrivere e dei computer, dove colpì l’occhio di Ray Tomlinson, creatore della prima email. Era un simbolo poco usato, quindi poco equivocabile; inoltre, essendo abbreviazione di “at”, significava letteralmente “presso”, e l’invio di un’email avviene appunto “presso” un determinato dominio. Da qui il suo trionfale ingresso nella formula delle email.

Non si sa bene, in verità, quando @ divenne noto in Italia come “chiocciola”, ma la ragione è chiarissima. Infatti, a differenza delle lumache (con cui pure sono spesso confuse), le chiocciole possiedono un caratteristico guscio a spirale, che spesso e volentieri diventa la base di analogie sorprendenti. Un esempio è la scala a chiocciola e un altro, meno palese, è il verbo caracollare. In origine infatti il caracollo era un movimento a spirale che si faceva eseguire ai cavalli; perciò ha preso il nome da caracol, chiocciola in spagnolo.

Anche la coclea, la parte dell’orecchio interno fatta a spirale, è un derivato dotto dal latino cochlea, chiocciola. Ma ancor più divertenti sono le derivazioni popolari. In Toscana cochlea si è trasformata in “coccia”, assumendo dapprima il significato generico di “guscio” e poi, per analogia, quello di “cranio” e infine di “vaso in terracotta”. Da qui nascono i termini cocciuto e scocciare, ossia ridurre in cocci. Fuori dalla Toscana, invece, cochlea è diventata “cozza”, madre del verbo cozzare (letteralmente sbattere la testa contro qualcosa) e quindi del sostantivo accozzaglia (cose eterogenee che vengono “sbattute” insieme).

Insomma, se qualcuno mi dicesse: “Mi hai scocciato con la tua cocciuta accozzaglia di chiocciole!”, farebbe un impeccabile gioco etimologico. E non è ancora finita: sempre da cochlea nasce il cucchiaio, forse perché i primissimi cucchiai furono appunto dei gusci, o forse perché i latini utilizzavano il cucchiaio (corredato da un manico appuntito) per mangiare le chiocciole.

Un’abitudine culinaria che i francesi hanno ereditato, attirandosi così il burlesco soprannome di “mangia lumache”. Del resto anche loro usavano evocare le chiocciole per beffarsi degli avversari. Questo spiegherebbe infatti, secondo Lillian Randall, alcune illustrazioni molto curiose ritrovate in manoscritti francesi del XIII e XIV secolo, nelle quali cavalieri armati fino ai denti combattono contro chiocciole giganti. Si tratterebbe di una rappresentazione metaforica dei lombardi, che a quanto pare i francesi trovavano piuttosto simili a imbelli lumaconi. Il che, come direbbe Guareschi, “è bello e istruttivo”.

Parola pubblicata il 27 Febbraio 2023

Parole bestiali - con Lucia e Andrea Masetti

Un lunedì su due, un viaggio nell'arcipelago dei nomi degli animali, in quello che significano per noi, nel modo in cui abitano la nostra vita e la nostra immaginazione.