Comporto
com-pòr-to
Significato Ritardo ammesso, discrepanza tollerata; tempo che il treno attende per la coincidenza con un altro; periodo in cui il lavoratore assente per malattia o infortunio ha diritto di conservare il posto di lavoro
Etimologia voce dotta recuperata dal latino comportare ‘portare insieme’, derivato di portare col prefisso con-.
Parola pubblicata il 07 Gennaio 2021
Ci pare subito chiaro che il comporto sia parente del comportare, ma considerando i significati con cui li conosciamo sembra che abbiano poco da spartire. Ebbene, questo avviene perché il più grosso ramo del comportare si è disseccato.
Il comportare latino era un ‘portare insieme’, e quindi un ‘riunire’. Per dare un’immagine, si potevano comportare offerte al tempio. Ma in italiano, già nel Duecento, viene recuperato con una suggestione di significato lontana da quel senso di accatastamento che poteva evocare: questo ‘portare insieme’ prende il profilo di un ‘sopportare’. Pensiero molto delicato, che coglie la situazione di questo portare come l’accettazione tollerante e il resistente sostegno di un fardello, sfruttando la meravigliosa sintesi del con-. Se comporti qualcosa te lo porti insieme e perciò sopporti. E sempre in quel secolo prende anche il senso di permettere, in un’immagine non troppo dissimile dal concedere, in un portare che ha il volto del donare, dell’accordare.
Solo nel XVI secolo affiora il significato di implicare, portare come conseguenza che noi oggi di solito riconduciamo al comportare — come nel caso della violazione che comporta una sanzione, dell’imprevisto che comporta un ritardo. È l’unico a restare vitale: non comportiamo lontananze, non si comportano angherie altrui. Ma è da quel ramo secco del comportare-sopportare che spunta e verdeggia il comporto.
Margine di tolleranza, specie temporale, il comporto è una discrepanza ammessa, praticamente prevista. Facendo la tabella di marcia calcoliamo alla fine un paio di giorni di comporto, per il pagamento si usa attendere qualche giorno di comporto, e si prevede qualche decina di minuti di comporto sapendo che gli altri saranno di certo in ritardo.
Poi più specificamente si parla del periodo di comporto in cui chi lavora conserva il proprio posto in casi di assenza per malattia o infortunio, o del comporto del treno che attende la coincidenza; ma sono tutti casi di tolleranza, della più normale, naturale, perfino giusta — per un di più da sopportare che però è… comportato dalla situazione. Il passo fra la valle del comportare che tollera e quella del comportare che fa conseguire è agevole, alla fine.