Comunità

co-mu-ni-tà

Significato Gruppo di persone unite da rapporti e vincoli tali da formare un corpo organico; corpo morale

Etimologia dal latino commùnitas ‘società, partecipazione’, derivato di commùnis ‘che compie il suo incarico insieme’, derivato di munus ‘obbligo’, ma anche ‘dono’, col prefisso cum-.

Con questa parola tocchiamo corde profonde del nostro modo di pensare — tanto che spesso la impacchettiamo in immagini e locuzioni stereotipate, o la mascheriamo in un anglismo, per renderla più innocua: perché tenerne presente il senso può perfino spaventare.

Il latino communis genera una quantità di termini fondamentali, dal comune al comunicare, ma il suo significato originario non è quello che ci aspetteremmo. Il munus è l’obbligo, la funzione: il communis , nei suoi minimi termini descrive il carattere di chi o ciò che svolge il suo incarico in una situazione condivisa, insieme agli altri.

È da questo substrato che la communitas emerge quindi come rapporto di comunanza civile e socievole, legame di partecipazione e gruppo insieme. Emerge nel traguardo di un onere condiviso, splendidamente ambiguo: perché il munus è l’obbligo ma anche (e secondo alcuni è il significato più antico) il dono, il favore, l’offerta in voto.

Il termine ‘comunità’ in italiano si è preso gli orizzonti che ha voluto: è stato il comune, il municipio medievale, è stato un corpo morale, spontaneo o istituito, sempre organico, che ha compreso dalle organizzazioni internazionali ai gruppi che seguono una vita e una regola di vita condivisa, anche religiosa. E spesso ci ritroviamo a parlare di comunità in maniera automatica, più per adesione a un modo di dire che per volontà di caratterizzare il gruppo: comunità terapeutiche, comunità monastiche, comunità di immigrati, comunità scolastiche, comunità internazionali. Ma non è un caso se queste le chiamiamo ‘comunità’.

È un termine moralmente denso, con dei connotati forti: senza i tratti negativi maturati dalla setta, la comunità racconta un insieme distinto, che insieme si raccoglie su un valore, su un onere, su un dono condiviso. Ciò lo rende particolarmente difficile da usare con presenza — e quando è usato in maniera significativa, si nota.

Perché si spera che sarà chiamando ‘comunità’ il gruppo che si darà corpo a un senso di appartenenza, e si spera che dicendola community non saremo chiamati a discernere se è davvero una comunità o no, e si cercherà di dare importanza al discorso ragionando di comunità. Ma quando guardandoci in un gruppo, stretto e totalizzante oppure più distante e specializzato, ci rendiamo conto di come ogni nostra singolarità abbia una cifra comune, e organizzata sia volta in una stessa direzione, generale o particolare, ecco che emerge la comunità. Una parola delle più preziose.

Parola pubblicata il 15 Giugno 2020