Criptolalia
crip-to-la-lì-a
Significato Uso abituale di espressioni di significato oscuro
Etimologia composto dagli elementi cripto-, che deriva dal greco kryptós ‘nascosto’ e -lalìa, che deriva dal greco lalêin ‘parlare’.
- «È la tipica criptolalia del gruppo che non vuole farsi intendere da gente esterna.»
Parola pubblicata il 28 Ottobre 2023
Le parole della lingua greca hanno una capacità impareggiabile di riprodursi per talea e innesto. Basta tagliare un tralcetto antichissimo, a volte giusto un mozzicone, e quello fa radici o s’innesta con facilità con qualunque altro elemento, greco o no che sia, e ributta significati nuovi.
A guardare ‘criptolalia’ abbiamo una testimonianza meravigliosa di questa capacità — anche perché è una parola attestata negli anni ‘90. È composta da due elementi molto trasparenti: cripto-, che deriva dal greco kryptós ‘nascosto’ (quello che troviamo nella cripta), e -lalìa, che scaturisce dal greco lalêin ‘parlare’.
Quindi siamo davanti alla tendenza a un parlare nascosto, o più precisamente inaccessibile (qui non è che parlo coprendomi la bocca con la mano o sottovoce). La criptolalia è l’uso abituale di espressioni di significato oscuro, magari in piena evidenza ma incomprensibili. Ti viene in mente qualche esempio?
È criptolalia quella dei gerghi che coprono i significati con neologismi, metafore, analogie al fine di rendersi clandestini e non far fiutare la traccia di un traffico; è un’opzione di criptolalia quella del gruppo affiatato che alla lunga adotta degli slittamenti di significato per complicità o discrezione; e pare si distingua per criptolalia il modo di parlare di gente di medicina o di matematica, che segue la nostra sintassi ma di cui comprendiamo quasi solo le preposizioni.
Qui però dobbiamo fare un distinguo che probabilmente già intuisci: la lingua può avere un’oscurità fisiologica e anzi necessaria, quando è messa a punto per discernere le finezze di una scienza, di un sapere specifico. È naturale che io, profano, non la capisca. E questa non è strettamente criptolalia. Però può anche maturare un’oscurità che è volta alla distinzione e alla conservazione dell’esclusività di un gruppo che condivide un sapere: quanta parte del lessico del diritto, ad esempio, non ha natura di tecnicismo, ma è semplicemente iniziatica! Vista da fuori è tutta criptolalia, ma dentro ha delle articolazioni e delle funzioni speciali.
Il concetto giovane di criptolalia sta lavorando su un fenomeno eterno e caldo: i linguaggi che sono di difficile comprensione ci sfidano, ci escludono, ci lasciano fuori a friggere — di rado sono fenomeni che ci lasciano nell’indifferenza: nel nostro parlamento interiore, l’ala conservatrice annusa sempre degenerazioni, l’ala progressista sempre fregature. Ma la criptolalia ci parla essenzialmente di identità.
Questa parola così nuova e così greca ci dà una pinza per prendere l’uso consueto oscuro frammettendo un po’ di distanza, e quindi un po’ di lucidità — anche perché il greco ha sempre un’aura apollinea di marmorea equanimità. Inoltre, ci invita a discernere con intelligenza le ragioni e la natura dell’oscurità, e quale intreccio identitario conserti.
Così possiamo parlare della criptolalia della nuova gioventù che frequenta casa, della criptolalia nei nostri messaggi reciproci, foggiata da decenni di battute, e del discorso pubblico così ricco di cultismi compiaciuti che l’unica cosa che rimane impressa in chi lo segue è l’albagia della criptolalia. Davvero una risorsa brillante.