Edenico

Parole semitiche

e-dè-ni-co

Significato Paradisiaco, delizioso, proprio del Giardino dell’Eden

Etimologia dall’espressione ebraica gan bə‘êḏen ovvero ‘giardino in Eden’, con êḏen di probabile origine accadica o sumerica, che significa ‘giardino, terra fertile e naturalmente irrigata’, successivamente passata ad indicare il paradiso.

“Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male. Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi.” Ecco come la Genesi ci presenta il Giardino dell’Eden, la cui localizzazione geografica è incerta e assai dibattuta. Essendo però menzionativi sia il fiume Tigri che l’Eufrate, si può affermare pacificamente che l’antico paradiso terrestre fosse dalle parti della Mesopotamia, senza tuttavia arrischiare ipotesi più dettagliate che potrebbero rivelarsi incaute e sbagliate.

Il paradiso perduto, di cui John Milton ha cantato, l’archetipo di tutte le delizie e voluttà… Eden, una parola immutata da millenni, diventata antonomasia, e che, come aggettivo, edenico, indica ciò che è paradisiaco, ciò che dà beatitudine e letizia. Il tema del giardino come luogo primigenio o anche dimora ultima è condiviso da molte culture. Per far solo due esempi potremmo citare quella greco-romana, coi Campi Elisi, e l’islam, in cui l’aldilà è spesso descritto come un giardino, ‘Janna’.

Ma è nella Bibbia che si consuma il Dramma, la perdita di tutta questa bellezza: l’Uomo e la Donna fanno i conti con le conseguenze delle loro azioni, che purtroppo ricadranno su tutta la loro stirpe. Dolore, lacrime, sudore e morte fisica sono il prezzo da pagare per aver assaggiato il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male: l’Uomo coltiverà la terra con grande sacrificio, cercando di renderla fertile e prospera come lo era, senza sforzo né lavoro, in Eden, la Donna – ahinoi - partorirà con dolore. Un dolore che si può ritrovare nell’espressione di prostrazione infinita di Eva affrescata dal Masaccio nella ‘Cacciata dei progenitori dall’Eden’, a Firenze.

Sarà forse per una nostalgia atavica di questo giardino paradisiaco che noi ci affanniamo a coltivar parchi e orti in cui poterci raccogliere in una pace edenica, a raggiunger vette montane da ammirare in solitudine edenica? Di fatto, l’edenico è tutto quel che resta dell’Eden: una traccia di profumo da seguire col naso e che più la si cerca, più si disperde, un’eco che risuona nelle fibre della nostra umanità, alimentando un sogno, un ricordo.

In toni molto più prosaici lo troviamo spesso anche come nome di alberghi e resort vacanze, forse con un gusto un po’ rétro, da Rimini felliniana: la zia Adalgisa, ben lungi dal poter esser definita zitella, nei ruggenti anni ’60 soggiornava all’Eden Hotel per la villeggiatura estiva, godendosi i lussi della riviera. E un’officina ben organizzata con tutti gli strumenti della falegnameria per Lucia è un vero eden e la cantina del viticoltore di fiducia lo è per Pietro. A ciascuno il suo piccolo angolo di paradiso terrestre.

Parola pubblicata il 24 Aprile 2020

Parole semitiche - con Maria Costanza Boldrini

Parole arabe, parole ebraiche, giunte in italiano dalle vie del commercio, della convivenza e delle tradizioni religiose. Con Maria Costanza Boldrini, dottoressa in lingue, un venerdì su due esploreremo termini di ascendenza mediorientale, originari del ceppo semitico.