Eziologia

e-zio-lo-gì-a

Significato Studio delle cause di un fenomeno; insieme delle cause stesse; spiegazione mitica dell’origine di istituzioni, riti, feste, fenomeni naturali

Etimologia voce dotta recuperata dal latino tardo aetiològia, dal greco aitiología ‘ricerca delle cause’, composto di aitía ‘causa’ e -logìa.

  • «L'eziologia del problema è chiara.»

Ci sono tante parole che a vario titolo possiamo dichiarare ‘importanti’, ma alcune sono proprio determinanti, ed ‘eziologia’ è fra queste. Infatti non si concentra su un tratto qualsiasi del reale, ma precisamente sulla catena delle cause e degli effetti.

Che parola impressionante, però — ha un’aria difficile, anche perché quell’elemento ‘ezio-’ ci dice poco. Ma vediamo che può intervenire in contesti, se non proprio banali, senz’altro ricorrenti. Se nella discussione riconosco che un fatto sia vero, ma ne adombro una certa eziologia; se noto una certa correlazione fra due fattori, e m’interrogo se non nasconda anche un’eziologia; se per valutare politiche d’intervento su un certo problema tengo conto della sua eziologia, ciò che sto facendo è considerare la presenza di cause che esercitino un certo effetto, che determinino l’insorgere di un fenomeno. Perché diciamo una cosa facile, almeno: in greco aitía significa ‘causa’, e l’eziologia è la riflessione sulle cause.

Più precisamente, l’eziologia è quel settore delle varie scienze che studia e cerca di mettere a fuoco le cause dei fenomeni: ad esempio, in medicina (in cui il concetto di eziologia è particolarmente frequentato) è lo studio delle cause delle malattie — e se parliamo di eziologie genetiche o sconosciute, parliamo giusto di cause genetiche o sconosciute. Già perché l’eziologia è sia un settore di studio delle cause, sia lo stesso insieme di cause che concorrono a determinare un effetto.

Capiamo bene il potere di questo concetto: un’analisi eziologica del risultato squaderna antecedenti, matrici e relazioni di causalità, nel processo si accerta il nesso eziologico fra un evento e una conseguenza con rilevanza giuridica, l’osservazione di un disagio dal punto di vista eziologico spiega la reazione che ha suscitato. Sono lidi di pensiero di grande valore — anzi forse sono quelli supremi, che raggomitolano il filo di Arianna nel labirinto della cause e degli effetti.
In effetti però l’eziologia non nasce così, con queste accezioni generalissime. In antichità era molto più… folkloristica.

Il latino tardo aetiològia, prestito dal greco aitiología, era la narrazione mitica che spiegava l’origine di usi religiosi, feste, istituzioni, città, fenomeni naturali. Una narrazione con una componente di fantasia preponderante, fondata su somiglianze, assonanze, etimologie popolari: la gens Iulia a Roma così era certamente discendente di Iulo figlio di Enea, il santuario di Delfi ha questo nome perché Apollo vi portò i sacerdoti cretesi sotto forma di delfino, e si sacrificano le ossa agli dei perché Prometeo ingannò Zeus facendogli scegliere, della bestia sacrificata, le ossa ingrassate piuttosto che la carne celata dalle frattaglie.

Insomma, nell’eziologia abbiamo sempre profuso il nostro impegno al meglio delle nostre possibilità e dei nostri paradigmi — in una sfida che ha tutta l’aria di essere eterna, visto che siamo creature curiose. Dopotutto la complessità dell’eziologia è mossa da domande semplici: in quell’aitía troviamo una radice indoeuropea ricostruita come ai- che indica il dare, ma anche il destinare, l’assegnare. Come e perché si distribuiscono le cose che il mondo dà?

Parola pubblicata il 17 Luglio 2023